Cronache di ordinarie giornate di pesca

domenica 14 marzo 2010

Maestrale, onde e gronchi.

Ci risiamo, i venti da nord continuano a farla da padrone, il freddo non accenna a diminuire, ma la voglia di pescare è tanta, quindi che fare? Organizzo un uscita mirata a gronchi. Sono le uniche prede che in queste serate riescono a darmi sia la possibilità di pescare in ambienti naturali sia la possibilità di contare su catture di taglia che una volta allamate sanno farsi sentire.

E cosi, faccio scorta di polpi bianchi, tanto economici quanto catturanti, e qualche sarda per fare il vivo e via verso il mare.

Lo spot scelto è una scogliera profonda, su cui il maestrale che si fa sempre più forte arriva con la massima violenza.
Appena arrivato mi metto subito a fare il vivo, e in pochissimo tempo, in mezzo alla schiuma metto nella pozza del vivo qualche boga e qualche menola.

Piazzate le canne dopo il primo lancio qualcosa attira la mia attenzione, una nuvola di gabbiani volteggia sopra a dei delfini in festa, non stanno cacciando, ma proprio giocando! Entrano nelle onde per poi spiccare salti altissimi, altre volte invece fanno delle capriole in aria. E tutto questo in piena libertà. E' un vero peccato che non siano abbastanza vicini da poterli riprendere nitidimente con la mia fotocamera. La scena va avanti per circa 30 minuti. Una gioia per gli occhi.

Ma torniamo all'azione di pesca, ho due attacchi, probabilmente di seppie, una sul vivo, che lascia le sue dentate inequivocabili, e l'altra sul polpo bianco, a cui a seguito di una flessione del cimino viene staccato un tentacolo.
Finalmente arriva il buio, e con esso diversi strike. Stranamente, e per fortuna non ci sono murene, catturo alcuni gronchi di taglia che va dai 1,5kg ai 2,5kg, tutti belli combattivi!

Ma il mio obiettivo non sono di certo loro, aspetto con impazienza il groncone over 5kg, che quest'anno si fa desiderare anche troppo. Dopo qualche ora che stavo sopportando vento freddo e schizzi di onde che ormai mi avevano inzuppato i pantaloni, una piega della canna più violenta delle altre mi fa capire che questo potrebbe essere il momento atteso! Dopo la ferrata violente testate fanno intendere chiaramente che cè qualcosa di grosso dall'altra parte. Lo faccio sfogare per bene, poi dopo averlo staccato dal fondo inizio il recupero verso la superficie. Una volta arrivato devo scegliere il momento giusto per portarlo a terra, ci sono onde di oltre un metro che me lo sballotano pericolosamente verso terra. Fortuna che la mia attrezatura extra strong riesce acontrastarle e in un momento di calma, con tutta la forza che ho lo isso di peso. E' un bellissimo conger conger di oltre 5 kg.


Foto di rito, pacca sulla testa e... via di nuovo nel suo mare. Come ogni cattura della serata infatti, è stato rilasciato.

Resisto un altro po', perdo un altro bel pesce per arroccamento sul fondo, ed infine decido di tornare al caldo verso casa, ormai non valeva più la pena di restare a pescare in quelle condimeteo.

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