Cronache di ordinarie giornate di pesca
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lunedì 7 marzo 2016

Le false mareggiate che rendono

In questo inverno dove dominano la noia e l'apatia arriva un segnale dalle previsioni meteo che risveglia il mio istinto predatorio: una perturbazione lunga ed a lenta crescita da manuale, assolutamente da non perdere!
La voglia è talmente tanta che poco dopo l'alba e in anticipo sulla mareggiata sono già in scogliera, armato fino ai denti e pronto ad ogni evenienza. Non mi fido delle previsioni e temo che il mare a salire ci metta più del previsto come spesso capita, quindi per sicurezza mi porto qualche minnow sotto i 100mm e terminali del 0,31 scelta che in seguito si rivelerà la chiave di svolta della giornata.


Inizio lanciando dalla prima punta esposta al vento e con un minimo di frangenza che trovo ed è subito strike con una bella occhiata.

lunedì 3 agosto 2015

Storie di livree e fiorellini

Sono ancora vivo.
Il blog pure, ma andrà avanti cosi, aggiornato una volta ogni morte di papa, quando ho tempo, voglia e report che reputo significativi.
Fine premessa.


Questo anno mi si è rinnovata la voglia di trote, di acque fredde e di torrenti. Non più le solite una due uscite stagionali giusto per fare qualcosa di diverso, ma proprio desiderio di andare, tornarci e tornarci ancora, provare nuovi tratti e ripercorrere per l'ennesima volta vecchi corsi d'acqua.

martedì 21 aprile 2015

La triade

Dopo tanto tempo sono riuscito a ritrovare una mareggiata come si deve, a pesca sono andato, ci mancherebbe, ma il meteo ci ha sempre messo lo zampino, a volte portando troppa onda, o troppo poca, con mareggiate che si alzavano di notte o piene fluviali che sporcavano decine di km di litorale, insomma le belle condizioni erano diventate un miraggio.

Come dice il detto, non può piovere per sempre, e finalmente dopo tanto aspettare è arrivata anche la perturbazione "giusta", mare che inizia ad alzarsi dall'alba e diventa via via sempre più agitato, roba da manuale dello spinning in scogliera, insomma.
Giunto in riva al mare, le prime impressioni non sono delle migliori: acqua abbastanza pulita, onda debole e schiumate ridotte ai minimi termini... sembra ancora presto. Monto la canna e mi avvicino alla riva senza neanche indossare i waders, quasi svogliatamente abbozzo i primi due lanci e qui, mentre l'artificiale arriva sotto i piedi per la seconda volta, vedo la sagoma argentea di un bello sparide. Sono proprio a fine corsa e non posso far altro che far saltellare il beach walker tenendo la canna con una mano sola senza recuperare. Due, tre saltelli cosi in corrente e scatta il morso. Lo salpo di peso come pescassi con una fissa,esce dal mare in meno di tre secondi, è un sarago niente male.

lunedì 12 gennaio 2015

Onde Corse - Vol. I

Prima di scrivere questo report, nel caso non fosse chiaro dal titolo, ci tengo precisare che mi trovavo in Corsica.

Si parte, è il primo giorno ufficiale in terra Corsa e già mi trovo ad affrontare onde e vento. La mareggiata è impegnativa, ma non troppo, le onde arrivano cattive lateralmente e l'irregolarità della costa permette di trovare tra uno sperone e l'altro qualche caletta dove rilassarsi un attimo riparati da vento e schizzi. L'euforia di trovarsi in una nuova scogliera mi impedisce di concentrarmi sulla pesca e per la prima ora non faccio altro che saltare senza la dovuta cautela da una roccia a l'altra, percorrendo centinaia di metri e lanciando poco poco.


Inizialmente non prendo nulla, manco un inseguimento di occhiata, e essendo in acque che dovrebbe essere molto più ricche delle mie mi impongo di darmi una calmata e fare le cose per bene.
Torno sui miei passi e noto da una postazione elevata un bellissimo giro di correnti con schiumata imponente decisamente interessante, ma come ho fatto a non notarlo prima?
Scendo con calma lungo la murata di roccia, mi posizione su quella che sembra la postazione migliore, do uno sguardo allo spot e via, primo lancio con long jerk: nulla. Faccio volare nuovamente l'esca leggermente più interna al flusso di corrente generato dalla risacca, nessun segnale fino agli ultimi 5 metri, poi dal nulla appare una sagoma scura che morde l'artificiale senza esitazioni, è un'occhiata gigantesca!! Penso. Ma mi rendo conto dopo poco che ho a che fare con qualcosa di diverso, sarà un saragone di quelli epici. Nonostante sia ormai arrivato sotto i piedi, il mare è cosi imbiancato che non riesco a vedere nulla che sia anche soltanto 5 cm sotto al superficie, aspetto un momento di cedimento della preda, poi do un colpo netto con la canna e alzo il pesce di peso.
Ah! Sorpresa !


Provo un attimo di vergogna per aver scambiato un dentice per un'occhiata... ma vabbè, sarà l'eta che avanza.


Rilancio gasatissimo nello stesso punto e... Track. Si spacca l'apicale della canna. Disastro! Torno alla base (30 minuti di cammino), pranzo, riposino, altra camminata e di nuovo in pesca.
Il mare è sempre da manuale, anche se il vento inizia a calare. Voglio dare nuovamente fiducia ai long jerk, e cosi faccio. Non ci vorrà molto prima di vedere  un inseguimento, questa volta un barracuda che però nonostante sembrava sempre ad un attimo dal mordere, non si decide. Tento qualcosa di alternativo, testina piombata con gomma. Magari esce un'altro dentice. La botta non tarda ad arrivare, attacco sotto riva, con la lenza praticamente verticale, durante lo stop finale, bellissimo! Non è il dentone che cercavo, ma un barracuda niente male, salpato di arroganza senza possibilità di replica subito dopo la botta.



Al lancio successivo altro attacco di barracuda, solo che questo non ci rimane. E sono a due keitech distrutte, maledizione. Ma devo ammettere che questo è il miglior modo di rovinare le gomme che abbia mai provato.
C'è un momento di pausa, i pesci sembrano spariti e nonostante i numerosi spostamenti e i cambi di esca di botte neache a parlarne, poi, in un tratto di scogliera abbastanza insignificante, su Tide Minnow arriva un'altro cuda diurno. Nonostante di questi pesci ne abbia presi a centinaia, prenderli cosi a sole alto mi dà una piacevole sensazione di novità.
Ah! Beati gli isolani...!


Il tramonto si avvicina, decido di mettermi in una punta e fermarmi li, di camminare non ne posso davvero più, e poi la forza del mare sta diminuendo.
 Con il calare del sole accostano i classici barracuda serali, ne faccio qualcuno sul kg, altri si slamano durante il recupero, ma ad un tratto, proprio nel momento in cui l'esca entra nella schiumata, arriva una botta un po' diversa dal solito, ed esce, come ciliegina sulla torta per arricchire ulteriormente la giornata, pure una spigola!



Direi che posso ritenermi soddisfatto, potrei concludere subito la serata ma ormai opto per restare fino all'ultimo, le pescate in Corsica non si interrompono. La scelta si rivelerà azzeccata, l'attività dei barracuda non era ancora terminata ed infatti prima della fine esce un altro discreto esemplare.


Alla prossima mareggiata Corsa. :)

lunedì 8 settembre 2014

Le vacanze in montagna

Mammamiaquantotempoèchenonaggiornoilblogghe.

Troppo. Davvero. Ma sono tornato per rimediare. Meglio tardi che mai no?


Questa estate, dopo circa 12 anni, sono riandato in vacanza in montagna. Quasi venti giorni trascorsi in una casetta fresca fresca, mentre a Grosseto se ne stavano a sguazzare nel sudore. Non male devo dire, non male anche perché ovviamente mi sono massacrato di pesca in torrente, ho troteggiato come un indemoniato quasi tutti i giorni, talmente tanto e ripetutamente che alla fine mi è passata la voglia anche solo di pensarci, un po' come succede con una bella canzone, la ascolti dalla mattina alla sera appena la scopri, ma poi non la puoi più sentire!

Beh che dire, ho avuto la possibilità di sbizzarrirmi, girato torrenti nuovi, rivisitato "vecchi" corsi d'acqua, esplorato ogni pozza e tratto mancante di luoghi conosciuti ma non completamente, insomma una bella botta di esperienza.

Le catture non sono mancate, dalle tante under 30 a qualche big. E' stato bello ritrovare vecchie conoscenze, come allo stesso tempo farne di nuove.



Visto il tanto tempo a disposizione e le numerose catture, mi sono pure potuto permettere qualche scatto "in azione" con pesci che generalmente tendo a portare a terra il più in fretta possibile senza perdere tempo. Qui sotto una bella cucciolona tra i 45 e i 50.



Pesci del genere in genere riescono ad appagarti e onestamente ero convinto fosse quella la taglia massima a cui ambire, in fondo in questi torrentini i pesci come fanno a crescere ulteriormente? Contento delle mie 3 - 4 trotone prese nei giorni precedenti, ormai pescavo senza ambizioni, cosi per godermi la pace del bosco, l'ambiente e le sue creature, a volte anche orribilanti diciamolo pure.


Eppure tra un lancio e l'altro, arrivo a una buca di quelle belle, ma non più di tanto, dove ti aspetti una cattura o magari due da 30cm, e invece... e invece succede che l'esca tocca l'acqua e un torello che non avevi mai visto prima te la ingoia in un sol boccone. 


Il pesce si dimostra un po' moscio, ma quando arriva sotto è un vero spettacolo, lunga e cicciotta allo stesso tempo. La adagio sulla sabbia della riva solo per una veloce e inaccurata misurazione, siamo sui 60cm !! Poi la slamo e la riossigeno con cura, prima di vederla sparire nella sua tana. Chissà se un giorno la rivedrò.


Iper appagato e con un sorriso indelebile stampato in volto, decido di fare le ultime due buche e poi rientrare. La pescata per me era finita. Per me si, ma non per i pesci. Poco dopo arriva lei.



Non ci credo un'altro torello !! Un po' più piccola della prima ma fortunatamente tre volte più energetica, ho dovuto tribolare un po' per tirarla fuori dal correntone ed è persino riuscita a prendere qualche metro di lenza, cosa che in torrente non capita praticamente mai. Questa volta siamo sui 55 abbondanti.

Le uscite successive le ho fatte più per stare all'aria aperta, in torrenti minuscoli e cristallini, anche solo popolati da pinnuti osceni come quello qui sotto, fortunatamente la pesca non è fatta di soli pescioni.




Talvolta invece, prendevo a camminare per il solo gusto di inoltrarmi il più possibile, lungo quei corsi d'acqua che si spingevano anche per decine di km all'interno di boschi disabitati e senza sentieri, lanciando poco ma camminando tanto. Fortunatamente quel marchingegno infernale chiamato gps mi fermava prima dei punti di "non ritorno".


Era un gran piacere essere uno dei pochi ad andare a bucare pesci che vivono credo quasi indisturbati dall'uomo in zone cosi isolate. Soprattutto quando si trattava di esemplari di taglia usciti da buche con acqua a dir poco cristallina.



Una piccola particolarità di questa vacanza: tornato a casa mi sono accorto di un piccolo dettaglio. Non ho mai cambiato esca, ho sempre avuto il mio fedele Ryuki 45 attaccato al finale, sempre lui per 20 giorni. Segno evidente di quanto questa pesca sia fatta più di gambe e braccia, che di tecnica.


Alla prossima pescata, e stavolta si spera sia salata!

sabato 24 maggio 2014

Una giornata in torrente

Dopo quasi un anno di lontananza dai torrenti montani iniziavo a sentire la voglia di un ritorno... e visto che questi ambienti ormai li vivo con meno frequenza di prima, decido di organizzarmi una giornata in grande stile, come piace a me, di quelle che ti massacrano le articolazioni.

L'intenzione è di pescare per un lunghissimo tratto di torrente, con un percorso di sola andata evitando di perdere tempo con il sentiero di ritorno. Mi studio per bene le immagini satellitare, cerco una via che mi porti a valle e mi ricolleghi al corso d'acqua e dopo un po' di osservazione noto che la cosa è fattibile, sempre ammesso che non mi perda nelle labirintiche stradine dei contadini.

Il giorno dopo carico la bici in macchina e parto verso l'appennino. Mi fermo con l'auto esattamente a fine percorso, da li proseguirò in bici. E cosi, dopo diverse salite, discese infinite, dopo aver attraversato paesi e fattorie, incrociato gli sguardi scontrosi di contadini che chissà da quanto non vedevano un "forestiero" e fatto la conoscenza di quattro zampe poco amichevoli finalmente arrivo a destinazione.


Ma a quanto pare non è ancora finita, raggiungere il corso d'acqua non è per niente semplice e gli ultimi 50 metri si rivelano i più difficoltosi e... dolorosi.


Poi finalmente, eccolo, l'elemento liquido !!


Mi fermo un po' alla prima cascatella per mangiare qualcosa e recuperare forze, meglio riempirsi lo stomaco che pensare a quanti km mi separano dalla macchina.
La scarsità di piogge intense dell'ultimo inverno si nota subito, le piene non sono state in grado di portare a valle tutti gli alberi caduti e oltre a buche potenzialmente occupate da salmonidi completamente ricoperte e rese impescabili dai tronchi, mi toccano pure alcuni passaggi alla Indiana Jones.



Oh già, mi ero dimenticato che sono li per pescare, i pesci inizialmente scarseggiano, solo qualche trotella sui 30cm, ma sono fiducioso, il torrente è ancora lungo.


Man mano che avanzo, si aprono scenari impressionanti, cascate, pareti mozzafiato e formazioni rocciose scavate dall'erosione occupate da topi con cui onestamente non vorrei avere a che fare.



Più mi inoltro nell'inesplorato, più aumentano i risultati, e si iniziano a vedere anche pesci di taglia interessante.


Mi ero scordato di quanto fosse difficile fare una foto decente a delle trote di taglia, in alcuni casi ci rinuncio, troppo viscide e irrequiete anche solo per un veloce scatto ricordo. Se ne salva solo qualcuna lasciando il pesce in acqua.


La pesca sta volgendo al meglio e la giornata oltre a faticosa sta diventando pure parecchio divertente, ma vista la stagione, c'è anche chi si diverte più di me.


Sarà per tutta l'eccitazione che c'è nell'aria.. ma anche i pesci in alcuni tratti sembrano davvero infoiate e non mancano attacchi non appena l'esca tocca l'acqua.


Si alternano tratti più o meno pescosi, ma ormai sono più che appagato e quindi l'ultimo km lo percorro abbastanza velocemente, lanciando solo nelle buche più promettenti, fino a che, dopo circa 6 - 7 ore in giro, scorgo tra un misto di dispiacere e sollievo il ponte dove ho parcheggiato l'auto. A questo punto non resta altro da fare che andare a riprendere la bici e tornare a casa, con il ricordo di una giornata in torrente difficile da dimenticare.



mercoledì 29 gennaio 2014

Ombre

Eccoci di nuovo qua, un'altra perturbazione è arrivata e fortunatamente ho la possibilità di andare a timbrare il cartellino al "momento giusto". Le virgolette sono d'obbligo perchè in questo caso il momento giusto non è proprio come al solito. Mi ritrovo davanti il cosidetto mare lungo, ossia onde generate da una mareggiata lontana che arrivano in serie di 3 o 4 cavalloni alti e lenti, si passa in pochi secondi da situazioni di apparente quasi calma a schiumoni epici. Un mare infame insomma, pronto a colpire a tradimento alla prima distrazione.

Ma come si dice sempre, l'importante è crederci, ed io oggi voglio proprio vedere che cosa ha da regalare il mio mare.


Poco, a quanto pare, la prima ora passa senza segnali di vita, nonostante abbia lanciato ininterrottamente piccole leccornie in zone che sembravano il paradiso dell'occhiata e che, in passato, hanno più volte regalato numerose catture.
Provo a cambiare ambiente, cerco una zona riparata dove poter pescare più in tranquillità, visto che, con l'attrezzatura leggera che mi sono portato oggi, non era proprio il massimo pescare tra quei cavalloni.

Finisco a lanciare piccoli jerk in un basso fondale, qui l'onda frange lontana e crea un impianto di pesca a dir poco spettacolare. Ho bisogno di un'esca che lanci lungo e non soffra le correnti, quindi mi affido ad un Ryuky 70s della DUO. Qualche lancio a ventaglio qua e la e arriva la prima botta della giornata, le continue testate mi fanno subito capire di chi si tratta, è un sarago! Lo porto a terra e decido di trattenerlo, è un pesce di taglia decente anche se non rilevante, sarà sul mezzo kg, ma almeno salva dignitosamente dal cappotto.


Il basso fondo però, tanto scenico quanto promettente, non regala altre soddisfazioni.

Decido di dare una svolta alla pescata, mi rimetto in marcia e cambio del tutto spot. Scogliera medio bassa con scalino pronunciato proprio sotto i piedi, ambiente piuttosto impegnativo con quel moto ondoso che si schianta con forza direttamente sulle rocce, ma voglio provarci lo stesso. Il mare è davvero ostile e devo continuamente indietreggiare per evitare una doccia fredda, ormai mi sembra di vedere onde lunghe persino in cielo e come se non bastasse i pesci non collaborano.


Continua cosi per un po', ma quando ormai lo sconforto sta per avere il sopravvento, mi ritrovo davanti una schiumatina davvero intrigante.
"Dai qui deve esserci per forza" penso. (frase ripetura almeno una trentina di volte nelle ore precedenti)
Lancio lo stesso jerkettino del sarago qualche metro oltre la turbolenza, e do il via alla solita danza: jerk jerk jerk, stop. jerk jerk jerk, stop. jerk jerk jerk, stop. Je... SBAM. Botta decisa con ingoio profondo proprio sotto i piedi, non puo' essere che lei, la spigola. La faccio sfogare un po', in fondo con uno 0,23 non ci si puo' permettere di forzare troppo e, proprio mentre me la lavoro per farla stancare, riesco a distinguere una macchia scura molto più grossa che la affianca. Penso subito ad un'altra spigola, e rosico, ti pareva che su due pesci quello che abbocca per primo è sempre il più piccolo? Man mano che la avvicino l'ombra si fa sempre più nitida, non è una spigola, ma un bellissimo serra ! Ormai li ho entrambi sotto i piedi, il serra le si avvicina continuamente minaccioso, ma non sferra mai l'attacco. Sono bellissimi da vedere uno accanto all'altro! Aspetto l'onda per tirare a secco la mia preda, prima che diventi quella di qualcun altro, al primo cavallone la indirizzo su un lastrone, l'onda gonfia il mare sopra la roccia ed ecco che si ripresenta di nuovo l'ombra minacciosa, sale sul lastrone, ma si rende conto di aver osato troppo, si ferma, io mi distraggo, il mare si ritira, si riporta dentro la mia spigola e il serra rimane intrappolato in secca. Incredulo e stupito per ciò che mi stava accadendo ci metto un po' per realizzare che era il momento di agire. Balzo felino sul pesce e in men che non si dica mi ritrovo con un braccio a bloccare di forza 5kg di serra incazzato e vitale e con l'altro a tenere in tensione la lenza della spigola, che è ancora allamata! Passano secondi interminabili in cui cerco di trovare un modo per uscire da quella situazione di stallo senza perdere nulla, ma poi il mare decide di metterci del suo per riprendersi cio che gli appartiene. Arriva un'altro ondone, mi strappa l'immeritato predatore dalle mani, lo sento sbattere sulla gamba (panico), lo vedo allontanarsi dietro di me, provo a prenderlo al volo ma l'unico esito è quello di scivolare e farmi un bel bagno invernale. Mi ricompongo, ritrovo l'equilibro perso e termino il recupero della povera spigola ormai stanca e finita in secondo piano.
In tutto questo, non mi ero neanche accorto di aver agganciato un pesce niente male.


Sono bagnato, infreddolito, ma appagato, sia per aver qualcosa da portare a casa per soddisfare la tavola, sia per aver un'altra scena da ricordare, cose del genere non capitano spesso.

Ancora una volta, mi ritrovo a ringraziare il mio mare, tanto avaro e impegnativo ma che comunque, in un modo o nell'altro, sa sempre come ripagare per tutti i sacrifici fatti in cerca di nuove emozioni.

martedì 7 gennaio 2014

Una giornata tra le rocce

Era tanto che non riuscivo a fare una pescata come si deve, impedimenti vari e 15 giorni filati di grecale mi hanno fatto desiderare una nuova perturbazione come poche altre volte. Ma finalmente dopo tanta attesa a quanto pare ci siamo, il meteo inizia a parlare la lingua che piace a me, vento e mare mosso.

Preparo tutto il necessario per passare diverse ore in scogliera, cordame compreso, visto che, tanto per restare in tema di vagabondaggio, oggi ho intenzione di visitare un tratto di costa a me sconosciuto.

Sarà stata l'impazienza o la frenisia da pesca (mi stavo veramente pescando sotto!) ma anticipo di qualche ora la mareggiata.
Mi ritrovo in una situazione di mare piatto e vento debole, male per la pesca ma in questo caso specifico un lato positivo c'è, dato che ho modo di farmi il tratto di andata con la massima calma e studiarmi per bene tutti i passaggi difficili, a quanto pare di murate e tratti strapiombanti in questa zona ce ne sono a volontà.


Cerco di trarre il meglio... dal peggio, anni di scogliera qualcosa insegnano, e cosi, mentre mi sposto verso sud,  tento qualche occhiata in superficie. Ne approfitto per provare un nuovo wtd della Jack Fin, un'esca e un marchio di cui sono sicuro presto sentirete molto parlare. I pesci ci sono anche se non molto aggressivi a causa della fase ancora debole di mareggiata, ma lancia e rilancia riesco ugualmente ad ottenere qualche attacco. La maggior parte, come al solito, non rimangono allamate, ma questo si sa, è il prezzo da pagare per la pesca di superifcie. Arrivato a fine scogliera comunque qualcuna a terra sono riuscito a portarla, anche di taglia accettabile.


Mi fermo a fare uno spuntino, tutto questo camminare mette fame.
Mentre mangio una mela condita con muco di occhiata, mi rendo conto che c'è un pinguino dal collo lungo a 5 metri da me che mi osserva con fare interessato, da dove arriva ? e' sempre stato li e non me ne sono accorto ? Mistero.


E' ora di riprendere la strada di ritorno, sono riposato ma più che altro, il mare si sta alzando e il vento si è fatto intenso ! Le schiumate si ingrossano e si formano i primi canaloni di reflusso ricchi di bollicine... adesso si fa sul serio, dai wtd si passa ai palettati. 
Dopo neanche 100 metri ho i primi inseguimenti, due spigole in coppia prima seguono poi attaccano il minnow, due lanci due attacchi, una volta per uno, ma entrambe si slamano subito dopo il morso.
Beh che dire, ormai sono diventato un vero maestro nell'arte di perdere i pesci.
Deluso proseguo la mia ricerca, ma non demordo, il mare sta diventando uno spettacolo.


Poco dopo altri segnali di vita, un'altra spigola attacca e stavolta ci rimane, non è grossa, ma ci accontentiamo. Al lancio successivo nello stesso punto, esce un'altro pesce della stessa taglia che fa tornare positivo l'umore dopo la doppia slamata.


La situazione è sempre più intressante, ogni grossa schiumata succede qualcosa, un inseguimento, un pesciotto, o un'altra spigola.


Roba grossa non sembra essercene in giro, i pesci non superano il kg, ma fortunatamente non sono pochi e soprattutto sono molto aggressivi.


Purtroppo mi rendo conto che il giochino è destinato a terminare, il mare sta iniziando a diventare forte e aumenterà ancora nelle prossime ore, c'è ancora un po' di strada da fare e la preoccupazione di ritrovarmi i tratti più impegnativi bloccati dalle onde sta diventando qualcosa di sempre più concreto. Ben conscio che fare un'altra passata nei punti migliori probabilmente porterebbe ad altre catture, decido ugualmente di rientrare e non correre rischi, in fondo, posso ritenermi più che soddisfatto: ho ripassato una giornata di mare come non facevo da tempo, mi sono vissuto un'intera fase di mareggiata, ho finalmente pescato in un tratto di costa a me nuovo, ho pure catturato qualche pesce e, dulcis in fundo, ho dato una rispolverata ad un mio vecchio e glorioso mulo, tanto bistrattato (dagli altri) quanto "fortunato", l'Exage 6000.


A presto.