Cronache di ordinarie giornate di pesca
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martedì 27 marzo 2012

RockFishing notturno

Ogni tanto mi viene voglia di riesumare la mia ricerca del groncone over 2mt, e cosi rispolvero le mie care cannone e i muli xxl per la pesca da scogliera. E' buffo come ogni anno penso di aver trovato un set up adatto con l'attrezzatura ma poi, regolarmente, mi ritrovo ad aumentare i diametri della lenza, a salire di misura per gli ami ecc ecc, inizio a chiedermi se mai troverò un limite soddisfacente.
Ormai sono arrivato ad utilizzare trecce da 65lb e ami del 9/0, ma penso si possa fare di meglio.

Questo anno le catture sono aumentate rispetto alle annate precedenti, di contro però la taglia media è notevolmente calata. A dirla tutta c'è comunque stato l'incontro con il tanto agognato conger da record, ma ho preferito evitare di raffiarlo e tentare un più indolore salpaggio di peso. Purtroppo a causa della mole esagerata, si è spaccato lo shock leader del 100. Ammetto di aver chiesto un po' troppo, ma pazienza, la foto ricordo toccherà farla con il prossimo.

Mi sono comunque consolato con qualche cattura niente male, davvero divertente da tirare a terra oltre una certa taglia, come questo gronco qui sotto.

Questa invece è una cattura particolarmente soddisfacente, non tanto per il combattimento ma più che altro per la specie. Gli squaletti mediterranei sono davvero dei pesci bellissimi, sempre più rari purtroppo.

Per la sua specie, questo dovrebbe essere un'esemplare di taglia molto grossa. E' stata dura farlo mettere in "posa" per una foto ricordo, anche perchè lo tenevo ben ossigenato in una pozza tra uno scatto e l'altro, ma dopo un po' di tentativi di mordermi alla fine ha desistito e si è fermato "addirittura" per due secondi prima di riprendere a dimenarsi. In fondo, con una boccuccia cosi non c'è proprio da scherzare.


Ovviamente è stato rilasciato, anche perché essendo in periodo riproduttivo si sentiva benissimo l'uovo all'interno della cavità addominale.

Alla prossima!

domenica 18 marzo 2012

Tentativo di furto

Vi posto qualche foto di quello che è successo un po' di tempo fà, durante un'uscita a RockFishing. Per distrazione non mi ero accorto di aver incannato un discreto gronco, ma, sfortunatamente per lui, se ne è accorto qualcun altro che ha deciso di tentare lo "scippo".

Tutto ad un tratto mi vedo la Fireball S1 addoppiata, riesco ad afferrarla prima che voli in acqua e da li mi ritrovo attaccato ad un muro, che pur forzando al massimo delle mie forze con la treccia da 60lb smuovevo a fatica. In canna avvertivo delle testate impressionanti.

Dopo un po' molla la presa e da quel momento sento solo una resistenza passiva che si lascia recuperare a terra senza opporsi. Ancora non avevo capito cosa fosse successo, poi, una volta tirato a secco un gronco stimato a "braccia" sui 3 - 3,5kg, i segni inequivocabili del morso di un Dentice mi fanno capire chiaramente cosa fosse accaduto poco prima.

Esamino con cura i segni lasciati sul povero gronco, diventato doppiamente vittima in quell'insolita situazione: la distanza tra i canini superiori e quelli inferiori era tale da superare la dimensione del mio pugno chiuso... confrontando con la bocca del dentice di 5,5kg che presi lo scorso anno, ho stimato una taglia di 8 - 10 kg, un predatore impressionante!

Toccherà iniziare ad innenscare gronchi da kg vivi ?!?! Vi lascio qualche foto del morso.





mercoledì 4 maggio 2011

Due è meglio di uno

Sole, alta pressione e mare piatto, andiamo a fare un altro po' di RockFishing va ! La giornata è proprio quella tipicamente estiva, roba per amanti della tintarella più che da pescatori. Ma voglio tentare lo stesso.

Come al solito arrivo sullo spot di prima mattina, e già sono sudato per il solo camminare in scogliera, velocemente monto tutto e in poco tempo butto una pasturatina per attirare qualche pescetto esca. Il mare si rivela ricchissimo di occhiate boghe menole di tutte le taglie ed in meno di 15 minuti ho il vivo pronto per tutta la pescata! Fosse sempre così ci metterei la firma.

Ma partiamo subito con l'azione di pesca.

Lancio le due canne molto lontane tra loro, in modo da coprire un area più ampia possibile, entrambe montate a teleferica. Vista l'abbondanza e le dimensioni generose del vivo, dò spazio alle attrezzature ultra pesanti, quindi largo a nylon dello 0,70 in bobina, finali del 0,74 in fluoro ed ami del 5/0.

Dopo l'innesco, che come al solito è in stile traina con un amo scorrevole in bocca e l'altro fisso vicino alla coda, inizia l'attesa. Ore ed ore ad aspettare intervallate soltanto da qualche murenotta che viene a rovinarmi esche e terminali.

Poi, verso metà mattinata ad interrompere la monotonia, avviene una scena che non mi stancherò mai di vedere... da primi scorgo in lontananza una enorme bollata, poi un altra e un altra ancora, fino a che capisco e distinguo nitidamente pinne e spruzzi delle soffiate, è un bel branco di delfini, e si dirigono proprio verso di me ! Li aspetto con la digitale pronta, la direzione è perfetta, sono ormai a circa 100 metri di distanza quando arrivano i guastafeste, un barcone di sub, che riesce a rompere i coglioni anche quando non è ancorato per le immersioni. Disturbati dal barcone cambiano direzione e spariscono verso il largo. Peccato!



Per smaltire il nervoso cambio esche e riprendo ad aspettare.

...Passano altre ore...

Il sole ormai è alto in cielo e picchia forte tanto da diventare fastidioso, poi sono a metà giornata ed anche la voglia di pescare inizia a calare. Ma voglio dargli fiducia e decido di resistere altre due ore, il tempo esatto per un ultimo cambio di esche.

Piazzo a circa 30/40 metri da riva due grosse boghe vive, innescate con la massima cura per cercare di mantenerle vitali il più a lungo possibile. Ho molta fiducia in questo ultimo lancio, sarà perchè sono le ore centrali della giornata in cui credo molto o sarà che ho due esche perfette in canna... fatto stà che dopo un po' vedo delle leggere flessioni del cimino della GLoomis, che si fanno sempre più nervose fino alla piega decisa.. ferro prontamente e lo riconosco subito dalle testate... è di nuovo lui non ci credooooo.

Breve ma intenso combattimento poi è al raffio, stavolta è stata meno dura del previsto, con mare calmo e ami adeguati non ha avuto scampo.

Risulterà leggermente più grosso del primo, ma ugualmente bello!


Giusto il tempo di qualche foto poi via a casa!

mercoledì 13 aprile 2011

Le belle soddisfazioni del RockFishing

Nuova uscita in scogliera, ma stavolta vario un po' la tecnica e miro ad altre prede.

Arrivo nello spot di prima mattina, come per ogni pescata completa che si rispetti, e dopo aver montato l'attrezzatura parto con la prima fase della giornata, quella che in genere fa capire come sarà l'andazzo della pescata: la ricerca dell'esca viva.
E parte male. Niente menole, niente occhiate e nessuna grossa boga, solo robetta piccola, troppo piccola per i terminali ed i grossi ami che avevo preparato. Le uniche catture sono boghette e castagnoline sui 10cm. Ce ne sono davvero tante in giro ma solo loro. Mi tocca quindi accontentarmi, ne faccio un po' e le tengo vive in una pozza, poi passo ad alleggerire i teminali: dallo 0,70 scendo allo 0,50 e per gli ami dal doppio 5/0 che avevo preparato passo a dei simil owner SSW dell'uno, di cui uno scorrevole che andrà a chiudere la bocca e l'altro fisso da mettere sotto pelle all'altezza del foro anale. Ami davvero piccoli che generalmente non userei mai per questa pesca, ma se non voglio appesantire e stressare troppo le piccole esche vive non ho altra scelta.

Fatto il vivo posso finalmente iniziare l'azione di pesca vera e propria. Mi trovo su un fondale di circa 20metri e per calare sul fondo l'esca scelgo di utilizzare la teleferica, in modo da non far soffrire ai pesciolini esca il forte stress provocato dal lancio, dall'impatto con l'acqua e dalla discesa verso il fondo.

Una volta in pesca inizia la lunga attesa, cosa a cui purtroppo sono abituato. Dopo alcune ore con le canne in acqua, senza ancora nessun segnale di vita da parte dei predatori, si alza un po' di vento da Sud, che smuove il mare che fino a quel momento era piatto come un laghetto. Lo prendo come un buon segnale e continuo fiducioso l'attesa.
Passano ancora ore e nel frattempo il vento si è rafforzato ancora e le onde sono arrivate ad essere alte circa un metro, tutto quel movimento d'acqua qualcosa deve pur far accostare qualcosa.



La mattina è ormai passata, sono quasi le 14:00 ed inizio a demordere, ma proprio mentre valuto se chiudere o attendere ancora, un assordante rumore metallico mi riattiva i sensi... è la frizione del Penn 950! Parte una bellissima sfrizionata, lunga e violenta, che cerco di contrastare con una forte ferrata.

La fuga continua, stringo un po' la frizione, per paura che si intani, ma il pesce non vuole sentire ragioni e non accenna a fermarsi. A causa dei piccoli ami non posso forzare quindi non mi resta che sperare che non trovi qualche zona dove spaccare il terminale. Dopo che si è sfogato, finalmente inizia a cedere e tocca a me prendere filo. Riesco a portarlo fino alla superficie senza problemi, poi mi ritrovo a combattere con le onde e la forte corrente che mi impediscono di tenere il pesce sotto di me fermo per raffiarlo. Ma con un po' di pazienza alla fine va a buon fine anche la raffiata e il pesce viene portato al sicuro a terra. E' un bellissimo Dentice !


E' rimasto ferrato con l'amo scorrevole, fortunatamente l'allamata era quasi perfetta e l'amo anche se piccolo in quel modo si sarebbe aperto solo sotto sollecitazioni molto forti.

Decisamente stanco dalla mattinata ma più che altro appagato dalla cattura, chiudo qui la giornata di pesca.

giovedì 7 aprile 2011

Gradite sorprese a Light Rockfishing

Come ogni anno, con il mese di aprile, si risveglia in me la voglia di Rockfishing, quello diurno dedicato a predatori o grufolatori vari, complici anche le giornate davvero quasi estive, mi organizzo per un uscita mattutina a Rockfishing leggero.

Mi armo di gamberetti di pescheria e di una mia vecchia ma fedelissima canna da bolentino, una Triana che ormai ha superato i dieci anni di "vita", e poco dopo l'alba inizio l'azione di pesca.
Scelgo di pescare monocanna, un po' per influenze spinningofile e un po' per stare leggero, obiettivo tanute e prai.

Come montatura ho optato per il PIG con finale dello 0,60 di 35cm, corto e rigido come piace a me, con amo Owner gorilla light del 4, piombo a perdere da 70gr e lenza madre trecciato da 30lb per avvertire ogni minima tocca anche a lunga distanza.

La giornata si rivela subito ricchissima di attività, tanto pescettame in giro che si avventa ad ogni lancio sull'esca. Nota molto negativa però, è che sembra esserci solo quello e nessun pezzo interessante ! Probabilmente sul fondale c'era un tappeto di perchie.

L'esperienza però mi ha insegnato che dai e dai tra un pescetto e l'altro alla fine qualche bel pezzo esce, quindi non demordo ed insisto con l'azione di pesca.

Come poi capita sempre a me, se miro a qualche preda in particolare, o non la prendo o catturo altro a cui non pensavo minimamente, e stavolta è successo proprio cosi, in tarda mattinata infatti, arrivano sul cimino toccate più deboli ma allo stesso tempo più "profonde, ferro con decisione ed ecco che arriva una risposta degna di una preda interessante, canna piegata e tentativo di fuga immediato, poi inizia la risalita verso la superficie. Niente testate durante il recupero, ma solo affondi decisi verso il fondo, segno evidente che non si tratta di sparide...

Porto a terra questa bellissima mostella, che chiude la giornata e mi fa tornare a casa più che soddisfatto, è stata decisamente una cattura graditissima!



Alla prossima !

venerdì 11 marzo 2011

Gradita sorpresa

Un po' di giorni fà mi sono imbattuto in un pesce che fino ad ora avevo visto (purtroppo) solo sui banchi del pesce.

Stavo facendo RockFishing ai gronchi e provando inneschi più piccoli del solito per provarne la resa sia in termini di richiamo che di innesco, nello specifico sarde singole con amo appuntato sulla testa.

Ormai giunto a fine pescata, verso le 22:00 circa, arrivano sul cimino segnali di mangiata identici a quelli di un gronco, pieghe piccole e dolci che non facevano presagire nulla di che. Alla mia tripla ferrata (povero pesce!) il presunto gronco reagisce in maniera anomala, poca resistenza e poche testate.

Non potete immaginare il mio stupore quando sulla superficie è apparso LUI:

Un Gattuccio, il mio primo squaletto !

E' la prima volta che ho a che fare con un pesce del genere e come un bambino con un giocattolo nuovo me lo "studio" accuratamente. Ha la pelle ruvidissima, una sorta di carta vetrata fatta di piccole scaglie rivolte verso la coda, che lo rendono liscio se toccato in un senso, e graffiante nel senso opposto.

Mi accorgo subito che è ingestibile, rotea arcuando il corpo a bocca spalancata cercando di mordermi ogni volta che provo a toccarlo. Alla fine risolvo con la presa sopra le branchie, come fosse un gatto! Lo slamo con cura e in quel momento mi accorgo che ha un pancione esagerato! Quasi sicuramente è una femmina con un uovo in pancia, è questo il periodo infatti in cui depongono le loro uova. Gli faccio un ultima foto e poi, lo avvicino all'acqua per fargli riprendere la libertà.


Eccolo mentre, prima di tornare in mare, cerca per l'ennesima volta di mordermi !

E via in acqua!

mercoledì 26 gennaio 2011

Gelide serate tra i Conger

I venti da Nord sembrano non voler più smettere di soffiare sulle coste tirreniche, quindi che fare? Quello che faccio sempre, andare a pesca!

Queste serate gelide sono l'ideale per una pesca mirata ai grossi gronchi che la notte spadroneggiano insieme alle murene tra i fondali rocciosi. Gli ho dedicato due uscite nell'ultimo mese ed i risultati sono molto buoni, con tante catture fino ai 2kg e due bei esemplari.

Ho di nuovo alleggerito e semplificato i terminali, dal PIG sono passato ad una semplicissima girella (da 350lb però) a cui ad un anello collego il terminale in cavo e dall'altro sia la lenza madre sia il terminalino per il piombo a perdere.

Entrambe le serate con sarde come esca, innescate sia singole che doppie o triple.



Una cosa che apprezzo tantissimo di questa pesca è la semplicità accoppiata ad una brutalità che mi riporta al modo di pescare di moltissimi anni fa, terminalistica semplice, attrezzature robustissime e grosse prede, il tutto condito da combattimenti brevi ed intensi, dove vince chi ci mette più forza non l'attesa che il pesce si stanchi una volta incannato.

Due gronchetti...


E due capoccioni di un 4kg e di un (stimato) 6,5 / 7kg, purtroppo le foto non rendono!

Tutto ovviamento rilasciato con la massima cura!






giovedì 30 dicembre 2010

Rotanti e RockFishing, pessima coppia!

Dopo mesi e mesi di solo Spinning, sentivo il bisogno di tornare ai miei cari cannoni da fondo, ho colto l'occasione di una di queste gelide e piatte serata di fine anno per testare a fondo l'utilizzo del rotante nel rockfishing, in un confronto diretto con il fisso. Ho sempre avuto qualche riserva per quel che riguarda l'utilizzo dei rotanti dalle rocce, nello speciico della pesca a fondo, andando contro chi li elogia sempre e comunque, ma anche dopo averli utilizzati più volte la mia posizione non cambia, anzi si solidifica sempre di più...

Valutiamo ogni aspetto punto per punto:
  1. Posizionamento..: Questo potrebbe essere un problema solo mio, in quanto sono solito non portare in scogliera tripodi e picchetti e cercare incastri tra le rocce. In questo, il fisso avendo il peso in basso è sempre in posizione "da combattimento" pronto ad essere preso per una rapida ferrata, mentre il rotante, dovendo stare sopra la canna, ricade anch'esso verso il basso, obbligandoci prima ad aver cura di girare tutta la canna, afferrarlo correttamente per poi ferrare. E chi sà cosa significa pescare predatori che amano intanarsi sà che questi sono tra i momenti più rischiosi in cui non bisogna perdere il minimo istante.
  2. Lancio..: Parliamo di Rock duro e puro, fatto di esche vive o grosse esche morte, se in questo caso il fisso non presenterà nessun problema di lancio, il rotante richiederà cura nel lancio e nel settaggio dello stesso, per evitare imparruccamenti dovuti ad un lancio sbagliato o alle frenate causate dallo sfarfallio di esca e piombo. Un altro piccolo punto a sfavore dei Rot.
  3. Combattimento..: Qui a mio parere siamo bene o male sullo stesso livello. Il rotante è più potente, fluido, il filo esce diretto dal mulinello senza passare sotto l'alberino, parte del mulinello fisso che crea torsioni e nel recupero fa perdere un po' di potenza, di contro nell'impugnatura non si ha una sensazione di stabilità dato che come si molla un po' la presa tende a sbilanciarsi da una parte o dall'altra, e il dover guidare l'imbobinatura con il pollice è davvero una rottura.
  4. Recupero..: Eccoci alla parte dove il rotante soffre molto rispetto al fisso, direi pure troppo. Lento, troppo lento rispetto ai fissi, la velocità in questa pesca è una tra le cose più importanti, non solo per evitare che il pesce si intani, ma anche per il recupero stesso della sola esca. Nella pescata in oggetto, con il rotante ho perso due volte il terminale. Una volta contro un gronco che durante la risalita dall'alto fondale ha trovato il tempo di arroccarsi in qualche scalino, e un altra volta ho incagliato il piombo che a causa della lentezza di recupero si è incastrato anch'esso in uno scalino roccioso. Negli anni molte volte ho avuto difficoltà con i fissi nel gestire grossi pesci, qualche volta me la sono cavata, altre volte ho perso io, mi chiedo se avessi sempre avuto i Rot a quanto si sarebbero ridotte quelle già poche volte positive! Soprattutto con i grossi polpi, che talvolta si attaccano alle esche vive, i fissi con la loro velocità mi hanno favorito nel recupero, impedendo che l'animale si attaccasse alle murate verticale durante la risalità, e parlo di animali anche di 5kg, che se arrivano a toccare una roccia con un tentacolo, non c'è più verso di staccarli.
Rotante? No grazie !!




sabato 3 aprile 2010

RockFishing, crederci fino all'ultimo minuto.

Sole e temperature miti, finalmente. Dopo un inverno che non finiva più, scappo a prendermi questa bella giornata pre-primaverile su una delle tante scogliere toscane per una 8 ore di pesca con il vivo!

Ma tanto sole e tanta calma evidentemente non hanno fatto molto piacere ai pesci in quanto in tutto il pomeriggio con il vivo in acqua rimedio soltato un attacco su pagello finito male... sob!

Nulla fino al buio, quando, invece di andarmene e rosikante per il cappotto, scelgo di giocarmi l'ultima carta a gronchi, almeno per sentire due belle botte in canna. Butto in acqua innescato su cavetto da 100lb un polpo bianco portato da casa proprio per questa evenienza e...
è proprio vero che le cose migliori succedono quando meno sei preparato.

Gronco di 10kg salpato, fotografato e rilasciato.



domenica 14 marzo 2010

Maestrale, onde e gronchi.

Ci risiamo, i venti da nord continuano a farla da padrone, il freddo non accenna a diminuire, ma la voglia di pescare è tanta, quindi che fare? Organizzo un uscita mirata a gronchi. Sono le uniche prede che in queste serate riescono a darmi sia la possibilità di pescare in ambienti naturali sia la possibilità di contare su catture di taglia che una volta allamate sanno farsi sentire.

E cosi, faccio scorta di polpi bianchi, tanto economici quanto catturanti, e qualche sarda per fare il vivo e via verso il mare.

Lo spot scelto è una scogliera profonda, su cui il maestrale che si fa sempre più forte arriva con la massima violenza.
Appena arrivato mi metto subito a fare il vivo, e in pochissimo tempo, in mezzo alla schiuma metto nella pozza del vivo qualche boga e qualche menola.

Piazzate le canne dopo il primo lancio qualcosa attira la mia attenzione, una nuvola di gabbiani volteggia sopra a dei delfini in festa, non stanno cacciando, ma proprio giocando! Entrano nelle onde per poi spiccare salti altissimi, altre volte invece fanno delle capriole in aria. E tutto questo in piena libertà. E' un vero peccato che non siano abbastanza vicini da poterli riprendere nitidimente con la mia fotocamera. La scena va avanti per circa 30 minuti. Una gioia per gli occhi.

Ma torniamo all'azione di pesca, ho due attacchi, probabilmente di seppie, una sul vivo, che lascia le sue dentate inequivocabili, e l'altra sul polpo bianco, a cui a seguito di una flessione del cimino viene staccato un tentacolo.
Finalmente arriva il buio, e con esso diversi strike. Stranamente, e per fortuna non ci sono murene, catturo alcuni gronchi di taglia che va dai 1,5kg ai 2,5kg, tutti belli combattivi!

Ma il mio obiettivo non sono di certo loro, aspetto con impazienza il groncone over 5kg, che quest'anno si fa desiderare anche troppo. Dopo qualche ora che stavo sopportando vento freddo e schizzi di onde che ormai mi avevano inzuppato i pantaloni, una piega della canna più violenta delle altre mi fa capire che questo potrebbe essere il momento atteso! Dopo la ferrata violente testate fanno intendere chiaramente che cè qualcosa di grosso dall'altra parte. Lo faccio sfogare per bene, poi dopo averlo staccato dal fondo inizio il recupero verso la superficie. Una volta arrivato devo scegliere il momento giusto per portarlo a terra, ci sono onde di oltre un metro che me lo sballotano pericolosamente verso terra. Fortuna che la mia attrezatura extra strong riesce acontrastarle e in un momento di calma, con tutta la forza che ho lo isso di peso. E' un bellissimo conger conger di oltre 5 kg.


Foto di rito, pacca sulla testa e... via di nuovo nel suo mare. Come ogni cattura della serata infatti, è stato rilasciato.

Resisto un altro po', perdo un altro bel pesce per arroccamento sul fondo, ed infine decido di tornare al caldo verso casa, ormai non valeva più la pena di restare a pescare in quelle condimeteo.

sabato 6 marzo 2010

RockFishing invernale

Visto che non mi andava di lasciare il blog vuoto fino alla prossima uscita, che in questo periodo ricco di impegni chissà quando sarà, riporterò pescate passate, ma comunque recenti, sempre del 2010. Questa risale a metà gennaio, classica giornata invernale fredda, abbastanza da dover scendere in scogliera con la tuta da sci. Arrivo in riva al mare che manca un ora al tramonto del sole, abbastanza tempo per preparare l'attrezzatura con la massima calma. Vista la giornata calma e con alta pressione, un mare talmente piatto che sembra di pescare in laghetto, non vedo alternative o altre possibilità all'idea di tentare a spinning i calamari durante il calasole e di "sfidare" a braccio di ferro qualche grosso gronco durante la notte.
Ho con me una cannetta da spinning, ed una da RockFishing, la mia fedele ed indistruttibile Fireball S1.
Come il sole si avvicina all'orizzonte inizio a lanciare e recuperare un gamberetto finto, misura 4.0, per contrastare le forti correnti della zona, mentre l'altra canna già da un po' era in pesca innescata con due bei totani freschi appoggiati sul fondale roccioso.
Non è per farla breve, ma dopo soli due o tre lanci a spinning in cerca di calamari, è la canna a fondo che reclama la mia attenzione. La lenza madre dello 0,70 è visibilmente in bando, mi affretto per recuperarla, rimettere in tensione la lenza e tirare una violenta ferrata.

C'è.

Dopo lo strike inizia la parte più difficile di tutto il recupero, staccare il pesce dal fondo! Ma stavolta sono fortunato, sento il pesce che è a contatto con le rocce ma forse, vuoi perchè ancora non era entrato in tana, o perchè aveva scelto un pessimo rifugio, riesco a sollevarlo dal fondo senza grossi problemi (apparte per la mia schiena) e da li inizia l'avvicinamento alla superficie.

Difesa a cui non sono abituato, tanto tanto peso, qualche timida testata, e spostamenti laterali del pesce. Non potete immaginarvi (o forse si?) il mio stupore nel vedere sotto la superficie i magnifici colori di una cernia bruna!

Un pesce bellissimo che anche una volta a terra mostra minaccioso le sue armi, gonfiandosi ed alzando le sue pinne.





In una situazione normale avrei subito chiuso tutto e fatto ritorno a casa, ma visto che ero da poco arrivato continuo a pescare. Beh ormai dopo una cattura del genere ero convinto che la giornata fosse conclusa, ma invece no!! Nelle restanti due ore successive ho altre due belle botte di adrenalina, per due volte, due grossi gronchi mettono a dura prova la mia attrezzatura (e di nuovo la mia schiena) riuscendo però ad intanarsi e spezzarmi il finale.

Vabbè, la mia soddisfazione ormai era già presa.



Alla prossima.