Cronache di ordinarie giornate di pesca

sabato 7 novembre 2015

One-Morning-Report

Proviamo di nuovo.
Altro report pensato in anticipo sulla pescata.
Questa volta faccio un po' il furbo, la stagione è molto produttiva e non sto cappottando, quindi mi riesce facile programmare un report su un'uscita futura... Ma la pesca è sempre piena di incognite e imprevisti, quindi non si sa mai e il rischio di ritrovarmi a fare un post senza pesci è sempre dietro l'angolo.
Ma partiamo dalla lettura del meteo.
Mi affido ad un noto sito-trappola toscano, noto gruppo di paraculi che, sbagliando costantemente le previsioni a 24 ore, aggiornano con il meteo esatto solo all'ultimo momento, dirottando chi va per mare verso tempeste tropicali o venti contrari, senza neanche la decenza di scusarsi. Per farla breve, viene segnalato mare mosso, vento e possibilità di piogge per la prima parte della mattinata e di conseguenza mi adatto a tutto ciò, programmando la partenza lontano dall'alba. Il giorno dopo però non trovo nulla di tutto questo, ma bel tempo, un po' di onda di risacca e solo una brezzettina neanche lontanamente fastidiosa. Praticamente per dare retta alle previsioni mi sono perso un cambio di luce, ore di pesca, tanta goduria e diversi kg di carne da sottolizzare.
Maledizione.
Vabbè.
Perdonate lo sfogo.
Andiamo avanti, andiamo a pesca.

martedì 15 settembre 2015

One-Night-Report

Per tenere vivo il blog ho deciso di fare qualcosa di diverso, andare a pesca già con l'idea di scriverci un report, senza la minima idea di quello che succederà e con tutte le incertezze di punteggiatura del caso. Come ai vecchi (ormai vecchissimi) tempi mi terrò la macchina fotografica sempre a tiro per fotografare qualunque dettaglio possa ricordare al meglio la giornata.

Bene allora, vediamo che ne esce fuori... preso atto che non ci sarà la minima instabilità meteorologica e che farà un caldo cane, decido di andare a passare una nottata in scogliera, includendo ovviamente tramonto e alba.

Arrivo sullo spot dopo la solita camminata massacra articolazioni, tutto sudato e puzzolente, con la sola voglia di farmi la cena e dormire, ma ormai ci sono, non posso tirarmi indietro... e poi che cavolo scriverei sul blog ?

Prima di iniziare mi guardo un po' intorno... boa da tramaglio a 30 metri e altre due nei dintorni, segno che sicuramente ho la punta circondata, luna piena e assenza di correnti. Ottimo direi, se cappotto ho una marea di scuse per giustificare il mio fallimento.


lunedì 3 agosto 2015

Storie di livree e fiorellini

Sono ancora vivo.
Il blog pure, ma andrà avanti cosi, aggiornato una volta ogni morte di papa, quando ho tempo, voglia e report che reputo significativi.
Fine premessa.


Questo anno mi si è rinnovata la voglia di trote, di acque fredde e di torrenti. Non più le solite una due uscite stagionali giusto per fare qualcosa di diverso, ma proprio desiderio di andare, tornarci e tornarci ancora, provare nuovi tratti e ripercorrere per l'ennesima volta vecchi corsi d'acqua.

martedì 21 aprile 2015

La triade

Dopo tanto tempo sono riuscito a ritrovare una mareggiata come si deve, a pesca sono andato, ci mancherebbe, ma il meteo ci ha sempre messo lo zampino, a volte portando troppa onda, o troppo poca, con mareggiate che si alzavano di notte o piene fluviali che sporcavano decine di km di litorale, insomma le belle condizioni erano diventate un miraggio.

Come dice il detto, non può piovere per sempre, e finalmente dopo tanto aspettare è arrivata anche la perturbazione "giusta", mare che inizia ad alzarsi dall'alba e diventa via via sempre più agitato, roba da manuale dello spinning in scogliera, insomma.
Giunto in riva al mare, le prime impressioni non sono delle migliori: acqua abbastanza pulita, onda debole e schiumate ridotte ai minimi termini... sembra ancora presto. Monto la canna e mi avvicino alla riva senza neanche indossare i waders, quasi svogliatamente abbozzo i primi due lanci e qui, mentre l'artificiale arriva sotto i piedi per la seconda volta, vedo la sagoma argentea di un bello sparide. Sono proprio a fine corsa e non posso far altro che far saltellare il beach walker tenendo la canna con una mano sola senza recuperare. Due, tre saltelli cosi in corrente e scatta il morso. Lo salpo di peso come pescassi con una fissa,esce dal mare in meno di tre secondi, è un sarago niente male.

giovedì 22 gennaio 2015

Onde Corse - Vol. II

Un'altra giornata Corsa è appena iniziata, questa volta mi sono alzato prima del solito, durante la notte il cielo si è riempito di nuvole che, bloccando ogni raggio di luce proveniente dal'alto , rendono tutto l'ambiente circostante totalmente oscuro. Sono diversi giorni consecutivi che faccio le albe e ormai, oltre ad essere diventata un'abitudine, non mi pesano più.
Oggi però è diverso, il rumore delle onde si fa sentire già dalla strada, inaspettatamente nelle ore notturne si è alzato il mare. Qui nella costa ovest il moto ondoso fa un po' come gli pare ed è molto difficile da prevedere.

Scendo in scogliera, non si distingue nulla a parte il bianco delle schiumate e durante i lanci a luce spenta sono costretto a non muovere i piedi tanto che non si vedono manco i dislivelli del suolo. Anticipare l'alba però, ha portato bene, dopo poco infatti arriva la prima "botta" a bordo schiumata, ma la reazione della preda non è proprio come quella che ci si aspetta, si lascia recuperare a peso morto e reagisce solo con deboli strattoni. In altre situazioni avrei pensato ad un sacchetto mosso dalle onde, ma qui è una cosa che mi è capitata diverse volte.


Eccolo qua, l'ennesimo calamaro fatto con un long jerk, questa volta per di più in mareggiata e con una 4oz. Vallo a raccontare a chi ti spiega dell'importanza della sensibilità nell'eging...

Continuo a lanciare, sperando in un altro cefalopode, ma nulla fino a che non inizia ad esserci un po' di luce, momento in cui arriva la prima vera botta della giornata. E' un barra che anche oggi, puntuale, arriva a timbrare il cartellino. Brevissimo recupero ed è a terra, non è grosso ma neanche piccolo, ma in fondo posso ritenermi soddisfatto, il peso del cappotto non c'è più.


Una decina di minuti dopo, arriva il gemello, come ultima cattura di questa alba più schiumosa del solito.

Decido di prendermi una pausa, torno alla macchina, faccio con calma un'abbondante colazione e poi via verso il mare di nuovo a lanciare plastichetti.
Ho voglia di camminare, e ne approfitto di questo surplus di energie per spostarmi in una zona più isolata della scogliera che è pure maggiormente esposta al moto ondoso. La giornata è strana, grigia, una cappa enorme di nebbia copre completamente più di metà Corsica, non c'è un alito di vento, l'aria è pesante e fa un caldo cane per essere Dicembre.


Adesso che c'è luce ho modo di realizzare che il mare è un vero spettacolo, l'onda lunga crea un risaccone lento ma potente, un moto ondoso con cui è meglio non scherzare su scogliere a picco come quelle dove mi trovo. Ma basta contemplare il mare, è passata più di un'ora dall'ultimo lancio ed è giunto il momento di ricominciare.
Monto un minnow ben palettato e mi piazzo nel centro di un correntone schiumoso che crea una striscia bianca che si allunga verso il largo per una quindicina di metri. Primo lancio preciso al centro, si sente benissimo la spinta della corrente sulla paletta e pescare cosi è una goduria pazzesca.
L'esca si avvicina a terra, sta quasi entrando nel risaccone quando "qualcosa" la afferra da dietro e cerca di portarla con se verso il fondo. Non faccio in tempo a ferrare che ho già la canna addoppiata. La fortuna mi assiste da subito e l'onda in arrivo mi aiuta ad impedire al pesce di fare la prima fuga. Reagisco con prontezza a questo suo destabilizzamento e lo forzo portandolo con due pompate praticamente sotto i piedi. Adesso però la stessa onda che mi ha aiutato nei primi secondi di lotta ha rimbalzato sulle rocce e spinge con forza verso il largo, non posso far altro che assecondarla abbassando la canna e balzando in avanti. E' un attimo però, che mi ritrovo nuovamente a sfruttare il ringonfiamento del mare facendo leva con la mia St.Croix per riguadagnare i metri persi, il pesce non riesce a reagire, è avvolto completamente dalla schiuma e probabilmente disorientato, tira solo testate che però non riescono a frenare la sua corsa verso le rocce. Un attimo dopo è a terra, immobile.
Lo metto al sicuro in una pozza e lo guardo mentre sfoga tutte le sue energie che non è riuscito a sfruttare in combattimento. Il tutto sarà durato 7 o 8 secondi e sono abbastanza sicuro che non ha realizzato di essere in pericolo fino a che non si è ritrovato all'asciutto. Onestamente anche io non avevo coscienza di aver incannato un bellissimo dentice fino a che non è uscito dall'acqua.



La pescata è praticamente appena iniziata ed ho già svoltato, a pensarci bene non è che sia una cosa del tutto positiva, pescare appagati rende poco. Ma ormai sono qui e devo continuare.


Provo a cambiare esche, sondare ogni strato, con jig, minnow, gomme, ma nulla, sembra sparito tutto, fino a che, sul rimbalzo dal fondo sento che qualcosa si è attaccato al jig. E' piccolo, ma tira testate, sicuramente è un denticino, ma invece...


Come dicono gli esperti, se c'è una tanuta ce n'è sicuramente un'altra, insisto jiggando con più convinzione che mai, ma ovviamente non accade più nulla.
Decido di spostarmi, la scogliera è tosta e ogni spostamento obbliga a risalire la murata rocciosa, ricollegarsi al sentiero, trovare una zona senza troppa vegetazione e scendere nuovamente, e, per fare tutto ciò, servono sempre almeno15 - 20minuti e un bagno di sudore.
Quando finalmente riprendo a lanciare su long jerk arriva un'altra botta, violenta e cattiva con tanto di canna bloccata dopo la ferrata, ma purtroppo si slama subito e la sola idea che potrebbe essere stato un'altro dentice mi fa saltare i nervi. Provo a sbollire l'incazzatura cercando una nuova preda e quasi a volermi dare un contentino dopo un po' di lancia e recupera arriva ! Non è grossa ma vivace, sfrutta la risacca e mi fa divertire, fino a che non la faccio volare in scogliera. E' una riccioletta, nulla di che come pesce, ma a modo suo, mi ha dato più filo da torcere del dentice e dei barracuda.


Insisto ancora un po', ma inizia a farsi sentire la stanchezza e soprattutto la fame. Penso che in fondo possa andare bene cosi e per oggi termino la pescata.

lunedì 12 gennaio 2015

Onde Corse - Vol. I

Prima di scrivere questo report, nel caso non fosse chiaro dal titolo, ci tengo precisare che mi trovavo in Corsica.

Si parte, è il primo giorno ufficiale in terra Corsa e già mi trovo ad affrontare onde e vento. La mareggiata è impegnativa, ma non troppo, le onde arrivano cattive lateralmente e l'irregolarità della costa permette di trovare tra uno sperone e l'altro qualche caletta dove rilassarsi un attimo riparati da vento e schizzi. L'euforia di trovarsi in una nuova scogliera mi impedisce di concentrarmi sulla pesca e per la prima ora non faccio altro che saltare senza la dovuta cautela da una roccia a l'altra, percorrendo centinaia di metri e lanciando poco poco.


Inizialmente non prendo nulla, manco un inseguimento di occhiata, e essendo in acque che dovrebbe essere molto più ricche delle mie mi impongo di darmi una calmata e fare le cose per bene.
Torno sui miei passi e noto da una postazione elevata un bellissimo giro di correnti con schiumata imponente decisamente interessante, ma come ho fatto a non notarlo prima?
Scendo con calma lungo la murata di roccia, mi posizione su quella che sembra la postazione migliore, do uno sguardo allo spot e via, primo lancio con long jerk: nulla. Faccio volare nuovamente l'esca leggermente più interna al flusso di corrente generato dalla risacca, nessun segnale fino agli ultimi 5 metri, poi dal nulla appare una sagoma scura che morde l'artificiale senza esitazioni, è un'occhiata gigantesca!! Penso. Ma mi rendo conto dopo poco che ho a che fare con qualcosa di diverso, sarà un saragone di quelli epici. Nonostante sia ormai arrivato sotto i piedi, il mare è cosi imbiancato che non riesco a vedere nulla che sia anche soltanto 5 cm sotto al superficie, aspetto un momento di cedimento della preda, poi do un colpo netto con la canna e alzo il pesce di peso.
Ah! Sorpresa !


Provo un attimo di vergogna per aver scambiato un dentice per un'occhiata... ma vabbè, sarà l'eta che avanza.


Rilancio gasatissimo nello stesso punto e... Track. Si spacca l'apicale della canna. Disastro! Torno alla base (30 minuti di cammino), pranzo, riposino, altra camminata e di nuovo in pesca.
Il mare è sempre da manuale, anche se il vento inizia a calare. Voglio dare nuovamente fiducia ai long jerk, e cosi faccio. Non ci vorrà molto prima di vedere  un inseguimento, questa volta un barracuda che però nonostante sembrava sempre ad un attimo dal mordere, non si decide. Tento qualcosa di alternativo, testina piombata con gomma. Magari esce un'altro dentice. La botta non tarda ad arrivare, attacco sotto riva, con la lenza praticamente verticale, durante lo stop finale, bellissimo! Non è il dentone che cercavo, ma un barracuda niente male, salpato di arroganza senza possibilità di replica subito dopo la botta.



Al lancio successivo altro attacco di barracuda, solo che questo non ci rimane. E sono a due keitech distrutte, maledizione. Ma devo ammettere che questo è il miglior modo di rovinare le gomme che abbia mai provato.
C'è un momento di pausa, i pesci sembrano spariti e nonostante i numerosi spostamenti e i cambi di esca di botte neache a parlarne, poi, in un tratto di scogliera abbastanza insignificante, su Tide Minnow arriva un'altro cuda diurno. Nonostante di questi pesci ne abbia presi a centinaia, prenderli cosi a sole alto mi dà una piacevole sensazione di novità.
Ah! Beati gli isolani...!


Il tramonto si avvicina, decido di mettermi in una punta e fermarmi li, di camminare non ne posso davvero più, e poi la forza del mare sta diminuendo.
 Con il calare del sole accostano i classici barracuda serali, ne faccio qualcuno sul kg, altri si slamano durante il recupero, ma ad un tratto, proprio nel momento in cui l'esca entra nella schiumata, arriva una botta un po' diversa dal solito, ed esce, come ciliegina sulla torta per arricchire ulteriormente la giornata, pure una spigola!



Direi che posso ritenermi soddisfatto, potrei concludere subito la serata ma ormai opto per restare fino all'ultimo, le pescate in Corsica non si interrompono. La scelta si rivelerà azzeccata, l'attività dei barracuda non era ancora terminata ed infatti prima della fine esce un altro discreto esemplare.


Alla prossima mareggiata Corsa. :)