Cronache di ordinarie giornate di pesca

martedì 15 settembre 2015

One-Night-Report

Per tenere vivo il blog ho deciso di fare qualcosa di diverso, andare a pesca già con l'idea di scriverci un report, senza la minima idea di quello che succederà e con tutte le incertezze di punteggiatura del caso. Come ai vecchi (ormai vecchissimi) tempi mi terrò la macchina fotografica sempre a tiro per fotografare qualunque dettaglio possa ricordare al meglio la giornata.

Bene allora, vediamo che ne esce fuori... preso atto che non ci sarà la minima instabilità meteorologica e che farà un caldo cane, decido di andare a passare una nottata in scogliera, includendo ovviamente tramonto e alba.

Arrivo sullo spot dopo la solita camminata massacra articolazioni, tutto sudato e puzzolente, con la sola voglia di farmi la cena e dormire, ma ormai ci sono, non posso tirarmi indietro... e poi che cavolo scriverei sul blog ?

Prima di iniziare mi guardo un po' intorno... boa da tramaglio a 30 metri e altre due nei dintorni, segno che sicuramente ho la punta circondata, luna piena e assenza di correnti. Ottimo direi, se cappotto ho una marea di scuse per giustificare il mio fallimento.



Mi piazzo in punta, proprio a livello dell'acqua con i piedi a mollo. Una goduria rinfrescante visto che ho ancora i calori della camminata. Monto il classico long jerk bianco, ormai distrutto da anni di tramonti con ancorette vergognosamente rugginose e dopo neanche 5 minuti ho i primi inseguimenti: sono barracuda di taglia medio piccola che forse a causa del sole alto non mordono o al massimo toccano l'esca a bocca chiusa, mi arrivano a neanche mezzo metro dai piedi ed è davvero divertente poterne osservare ogni movimento nell'acqua cristallina fino al rifiuto finale. La cosa va avanti per circa 40 minuti, quando a intervalli si presentano pesci sia in branco che singoli, ma non ottengo nulla di più che qualche smusata moscia. Certo, qualche guru potrebbe asserire che sarei dovuto indietreggiare, stare nascosto... non lo so, forse avrebbe aiutato. L'unica certezza è che il guru non ha la più pallida idea di come è bello pescare con i barracuda tra i piedi.


Ma continuiamo a lanciare, finalmente l'ora X si avvicina, il sole cala e la luce si affievolisce. Gli inseguimenti non si vedono più da qualche decina di minuti, poi, dal nulla arriva una botta debole e senza reazioni anche dopo la ferrata, fino a che tutto d'un tratto prende vita e parte prepotentemente verso il fondo.
Panico. 
Non sembra un barracuda.
La prima fuga è potente e porta via diversi metri, ne seguiranno altre più brevi ma che lasciano intendere che sarà dura averla vinta.
Alle pompate risulta pesante e la 1021 fatica.
Resta qualche altro secondo sul fondo, poi risale il costone roccioso fino ad arrivare nuovamente alla superficie... e qui si palesa.
Barracuda preso per la pinna anale.
Maledizione. 
Ci avevo creduto.


Pazienza, è stata una bella scarica di adrenalina ugualmente. Lo rilascio altrimenti mi arriva al giorno dopo marcio a causa delle alte temperature, anche se per lo scherzetto che mi ha giocato si meriterebbe la griglia.
La notte si avvicina sempre più e gli attacchi diventano sempre più decisi. Riuscirò a fare altre due catture, ma più piccoline del primo.
Quando tutto si ferma mi preparo a passare la nottata, cucinandomi un po' di ciccia per avere energie per affrontare l'alba del giorno dopo, rigorosamente girata in padella con boga ancora sporco di muco di barra.


A stomaco pieno si ragiona meglio e sembra tutto più bello, anche la luna piena risulta meno odiosa.


Ma adesso è ora di dormire, preparo il mio umile giaciglio sotto le stelle fatto solo di un sacco a pelo e due materassini da campeggio e mi preparo alla grande sfida: riuscire a dormire tutta la notte.


In realtà quella è una sfida vinta da anni, dato che riesco a dormire nonstop nottate intere senza problemi anche nelle scogliere più scomode, peccato che, come a volte capita, ci si mettono di mezzo i grandi eventi, tipo una frana sul sentiero che alle 2:30 di notte ti sveglia e ti fa stare in ansia pensando al ritorno con un dormiveglia pieno di incubi per il resto del tempo, Ma pazienza, è il prezzo da pagare nelle nottate wild.

Ma lasciamo questa nottata travagliata alle spalle, ormai ci siamo, sta arrivando l'alba. Mi alzo automaticamente 10 minuti prima della sveglia e con calma mi avvio verso la riva (10 metri esatti di distanza dal letto).
Visto il tramonto con molti segnali di vita, mi aspetto un'alba da urlo, ma come succede sempre a pesca, quando le aspettative sono alte, il risultato è sempre mediocre. Nulla di nulla per tutto quello che generalmente è il momento migliore, poi, con ormai molta luce, da sotto i piedi spunta una saetta che afferra al volo il jerk,
Oh, finalmente! Mi ero dato per vinto.
Non è grosso ma si difende bene, tanto che mi riattiva i sensi come una doccia fredda. Gli concedo qualche piroetta subacquea poi lo tiro a secco. Questo viene a casa con me.


Quando tutto sembra finito, proprio agli ultimi minuti di pesca si apre un piacevole siparietto. Centinaia di mini aguglie di appena 10cm in fuga da occhiate e grosse aguglie cannibali. Ci lancio al volo dentro un long jerk e dopo pochi metri di recupero arriva la prima cattura 


Una bellissima occhiata rampinata da uno dei pochi artificiali con le ancorette nuove che ho.
A quanto pare le punte affilate servono effettivamente a qualcosa.

Insisto lanciando nel branco ma nulla più. La mangianza si sposta e a me non rimane altro che chiudere tutto e tornare a casa (frane permettendo).

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