Cronache di ordinarie giornate di pesca
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lunedì 1 luglio 2013

Periodi

Con il passare degli anni mi sono reso conto che le mie uscite sono caratterizzate soprattutto da "periodi". C'è quello cappottoso, quello in cui mi si slama di tutto, quello dei grandi incontri e, di recente, quello delle catture inaspettate e particolari.

Tra tutte, due in particolare spiccano maggiormente.

Un pesce volante ha pensato bene di attaccarsi al mio DUO Tide Minnow Slim 175 in una piacevole nottata di tarda primavera.

Queste meraviglie della natura, per quanto se ne vedano poche in giro e ancor meno incannate da qualcuno, non sono affatto rare nel mar Tirreno. Si possono trovare sotto costa principalmente durante la tarda primavera, che corrisponde anche al loro periodo riproduttivo. Per gli amanti dell'identificazione, si tratta di un Cheilopogon heterurus, un pesce che puo' anche superare i 40cm di lunghezza, taglia davvero notevole per essere un pesce volante.

Qualche altra foto più dettagliata:

 Le "ali" totalmente aperte.

Dettaglio della parte caudale, da notare la pinna bassa più lunga di quella superiore, deduco che questo prolungamento gli serva per sentire il prima possibile il contatto con l'acqua durante le planate, in modo da prolungare il "volo" con qualche colpo di coda.



Altra angolatura.


Questa cerniotta invece, anche se appartiene ad una specie ben più nota a noi pescatori, è stata ugualmente una piacevolissima ed inaspettata sorpresa. Dopo aver attaccato e mancato clamorosamente nella schiumata un tide in superifcie a fine corsa (è persino uscita fuori dall'acqua durante l'attacco! ), è rimasta poi fregata da una testa piombata da 30gr montata con shad. Questa cattura fa riflettere su come cernie a popper potrebbero non essere solo appannaggio di oceani lontani, se il nostro mare fosse gestito in maniera anche minimamente sostenibile i tropici potremmo averli sotto casa.
Cattura rilasciata, ovviamente.


Al prossimo report!

sabato 6 marzo 2010

RockFishing invernale

Visto che non mi andava di lasciare il blog vuoto fino alla prossima uscita, che in questo periodo ricco di impegni chissà quando sarà, riporterò pescate passate, ma comunque recenti, sempre del 2010. Questa risale a metà gennaio, classica giornata invernale fredda, abbastanza da dover scendere in scogliera con la tuta da sci. Arrivo in riva al mare che manca un ora al tramonto del sole, abbastanza tempo per preparare l'attrezzatura con la massima calma. Vista la giornata calma e con alta pressione, un mare talmente piatto che sembra di pescare in laghetto, non vedo alternative o altre possibilità all'idea di tentare a spinning i calamari durante il calasole e di "sfidare" a braccio di ferro qualche grosso gronco durante la notte.
Ho con me una cannetta da spinning, ed una da RockFishing, la mia fedele ed indistruttibile Fireball S1.
Come il sole si avvicina all'orizzonte inizio a lanciare e recuperare un gamberetto finto, misura 4.0, per contrastare le forti correnti della zona, mentre l'altra canna già da un po' era in pesca innescata con due bei totani freschi appoggiati sul fondale roccioso.
Non è per farla breve, ma dopo soli due o tre lanci a spinning in cerca di calamari, è la canna a fondo che reclama la mia attenzione. La lenza madre dello 0,70 è visibilmente in bando, mi affretto per recuperarla, rimettere in tensione la lenza e tirare una violenta ferrata.

C'è.

Dopo lo strike inizia la parte più difficile di tutto il recupero, staccare il pesce dal fondo! Ma stavolta sono fortunato, sento il pesce che è a contatto con le rocce ma forse, vuoi perchè ancora non era entrato in tana, o perchè aveva scelto un pessimo rifugio, riesco a sollevarlo dal fondo senza grossi problemi (apparte per la mia schiena) e da li inizia l'avvicinamento alla superficie.

Difesa a cui non sono abituato, tanto tanto peso, qualche timida testata, e spostamenti laterali del pesce. Non potete immaginarvi (o forse si?) il mio stupore nel vedere sotto la superficie i magnifici colori di una cernia bruna!

Un pesce bellissimo che anche una volta a terra mostra minaccioso le sue armi, gonfiandosi ed alzando le sue pinne.





In una situazione normale avrei subito chiuso tutto e fatto ritorno a casa, ma visto che ero da poco arrivato continuo a pescare. Beh ormai dopo una cattura del genere ero convinto che la giornata fosse conclusa, ma invece no!! Nelle restanti due ore successive ho altre due belle botte di adrenalina, per due volte, due grossi gronchi mettono a dura prova la mia attrezzatura (e di nuovo la mia schiena) riuscendo però ad intanarsi e spezzarmi il finale.

Vabbè, la mia soddisfazione ormai era già presa.



Alla prossima.