Uscire dalla classica accoppiata estiva di serra e foce non è per niente facile. Ma ci ho voluto credere, buttarmi ad esplorare zone in orari e situazioni in cui pochi tentano.
E cosi, nelle ore più calde di una di queste giornate di fine Luglio, jiggando come un dannato lungo una scogliera camminabile con una decina di metri di profondità, mentre il jig, un Arpon Iarfish da 28gr ricadeva per l'ennesima volta verso il fondo è stato attaccato con violenza da sua maesta Dentex Dentex.
Un dentice Maremmano che aspettavo da tanto e che è uscito proprio come e dove volevo io... grandi soddisfazioni estive !
Stay Tuned
domenica 25 luglio 2010
martedì 20 luglio 2010
Rilasci difficili
Non c'è niente da fare, a me piacciono le scogliere inospitali, quelle acuminate che non perdonano nessuno scivolone, quelle alte che non permettono di arrivare al livello dell'acqua. Più difficile è, più lo sento il mio ambiente. Ma mi piace anche rilascire qualche pesce ed è qui che le cose si fanno complicate.
Una volta che hai allamato un barracuda, come fare ? Non ci sono pozze dove infilarlo, il contatto con gli scogli lo squamerebbe troppo e anche il tirarlo su a mano con le ancorette attaccate allarga molto le ferite. Visto che la scusa fin troppo banale che si legge spesso nei vari forum "non è rilasciabile, me lo porto a casa" non mi è mai andata giu ho voluto cercare un attrezzo che mi permettesse di portare a terra senza danneggiarlo il pesce e che mi desse la possibilità di rislamarlo in fretta.
Un bel guadino modificato con qualche accorgimento è risultato essere lo strumento più adatto.
Innanzi tutto la rete... la classica maglia che si trova in commercio non va bene, metterci dentro un pesce con un artificiale in bocca significa anche non farlo più uscire! Una bella rete in nylon invece, evita il problema dei mega grovigli che si creano con le ancorette, e tirare fuor il pesce risulta molto semplice, giusto artificiali a tre ancorette tipo gli Shore line sono un po' più ostici da estrarre.
Molto importante anche, avere una rete profonda, il più possibile e che si chiuda a cilindro, non a cono. Questo aiuta davvero molto, nel far finire il pesce completamente nel guadino, anche di taglia importante.
L'idea era partita lo scorso autunno, cercando un modo per poter slamare in pace le indiavolate lampughe senza farle massacrare sulle rocce, e un capiente guadino con maglie in nylon mi ha permesso di farlo con successo. In seguito si è poi rivelato adattissimo anche ai lunghi barracuda... generalmente un pesce non molto facile da guadinare. Fino ad ora, il massimo che sono riuscito a guadinare e rilasciare con successo è il barracuda di 5kg preso e reportato in questo precedente post.
Alcuni barracuda dal kg ai 2kg finiti nel guadino e poi rilasciati.
Unico accorgimento da seguire nel caso si usino artificiali con pù ancorette, è quello di guadinare i pesci da dietro, magari facendoli prima sfogare un po'. Lo sò che si crea cosi un rischio di slamatura, ma infondo l'importantte in tutto questo è rilasciare il pesce no? Perchè nel caso il pesce, entrando di testa, sbatta l'artificiale nella rete, puo' capitare che ci resti impigliato con tutto il corpo fuori, con risultato finale che vedete in foto!
Buone guadinate!
Una volta che hai allamato un barracuda, come fare ? Non ci sono pozze dove infilarlo, il contatto con gli scogli lo squamerebbe troppo e anche il tirarlo su a mano con le ancorette attaccate allarga molto le ferite. Visto che la scusa fin troppo banale che si legge spesso nei vari forum "non è rilasciabile, me lo porto a casa" non mi è mai andata giu ho voluto cercare un attrezzo che mi permettesse di portare a terra senza danneggiarlo il pesce e che mi desse la possibilità di rislamarlo in fretta.
Un bel guadino modificato con qualche accorgimento è risultato essere lo strumento più adatto.
Innanzi tutto la rete... la classica maglia che si trova in commercio non va bene, metterci dentro un pesce con un artificiale in bocca significa anche non farlo più uscire! Una bella rete in nylon invece, evita il problema dei mega grovigli che si creano con le ancorette, e tirare fuor il pesce risulta molto semplice, giusto artificiali a tre ancorette tipo gli Shore line sono un po' più ostici da estrarre.
Molto importante anche, avere una rete profonda, il più possibile e che si chiuda a cilindro, non a cono. Questo aiuta davvero molto, nel far finire il pesce completamente nel guadino, anche di taglia importante.
L'idea era partita lo scorso autunno, cercando un modo per poter slamare in pace le indiavolate lampughe senza farle massacrare sulle rocce, e un capiente guadino con maglie in nylon mi ha permesso di farlo con successo. In seguito si è poi rivelato adattissimo anche ai lunghi barracuda... generalmente un pesce non molto facile da guadinare. Fino ad ora, il massimo che sono riuscito a guadinare e rilasciare con successo è il barracuda di 5kg preso e reportato in questo precedente post.
Alcuni barracuda dal kg ai 2kg finiti nel guadino e poi rilasciati.
Unico accorgimento da seguire nel caso si usino artificiali con pù ancorette, è quello di guadinare i pesci da dietro, magari facendoli prima sfogare un po'. Lo sò che si crea cosi un rischio di slamatura, ma infondo l'importantte in tutto questo è rilasciare il pesce no? Perchè nel caso il pesce, entrando di testa, sbatta l'artificiale nella rete, puo' capitare che ci resti impigliato con tutto il corpo fuori, con risultato finale che vedete in foto!
Buone guadinate!
mercoledì 14 luglio 2010
La Steve Irwin a La Spezia
Dopo la campagna Mediterranea di Sea Shepherd, che ha portato alla liberazione di ben 800 tonni rossi catturati illegalmente diversi giorni dopo la chiusura della pesca.
La nave ammiraglia Steve Irwin fà rotta verso l'Italia per attraccare al porto di La Spezia dal 16 al 18 Luglio.
Un'occasione unica per i sostenitori Italiani, per conoscere l'equipaggio, visitare la nave, partecipare agli eventi organizzati e poter supportare i pirati.
Sul sito italiano trovate tutti gli eventi che si terranno a la Spezia ed i centri dove si svolgeranno le varie attività.
La nave ammiraglia Steve Irwin fà rotta verso l'Italia per attraccare al porto di La Spezia dal 16 al 18 Luglio.
Un'occasione unica per i sostenitori Italiani, per conoscere l'equipaggio, visitare la nave, partecipare agli eventi organizzati e poter supportare i pirati.
Sul sito italiano trovate tutti gli eventi che si terranno a la Spezia ed i centri dove si svolgeranno le varie attività.
mercoledì 7 luglio 2010
Inchiku da riva.
E' un po' che stò sperimentando queste particolari esche aritificiali che tanti risultati stanno dando a chi ci pesca dalla barca.
E' una tecnica molto particolare ed estremamente affascinante, che è riuscita a scatenare l'aggressività o la curiosità di prede negli stessi ambienti e fasce d'acqua dove le classiche esche sia di plastica che di piombo non avevano dato risultati.
Ho cercato di mantenere un'inclinazione della lenza il più verticale possibile, per non rendere l'azione di pesca troppo simile ad un classico lancia e recupera da pelagici, e quindi per farlo ho avuto un'unica opzione... pescare su fondali mooolto fondi, dai 30 metri in su. Quindi possibilità di pratica solo in pochissimi spot :(
Come esche sono ottimi i Salty Bait dai 30 ai 50gr (in realtà devo ancora testarne altre) anche se vanno cambiati gli assist o gli ami singoli di serie con cordini a doppio amo. Questa è una modifica importantissima per evitare molte slamate.
L'azione di pesca si svolge principalmente in prossimità del fondo, fedele o quasi alla pesca effettuata da un'imbarcazione, lancio l'esca, faccio arrivare sul fondo ed inizio il recupero, dopo una decina di jerkate, che vario ogni volta da piccole a lunghe e sia lente che veloci, faccio riscendere fino a che non arrivo in prossimità delle murata e li recupero tutto, mi sposto di qualche metro rilancio e ricomincio la serie... fin'ora il 90% degli attacchi sono avvenuti entro i 10 metri dal fondo.
Tra le novità che per ora stanno arrivando ci sono, sugarelli presi di giorno ad alte profondità in zone dove non se ne era mai visto uno, barracuda di giorno sempre in profondità (mai presi prima nelle stesse zone con i classici jig) e cosa che mi stà facendo impazzire, diversi inseguimenti di saraghi anche molto scattosi e ravvicinati che però.. non si sono ancora mai degnati di mordere l'esca!! La cosa positiva è che sono ancora all'inizio per cercare di capire le potenzialità di questi artificiali e immagino che le sorprese non mancheranno.
Oh e dimenticavo... tante perchie ! :-D
E' una tecnica molto particolare ed estremamente affascinante, che è riuscita a scatenare l'aggressività o la curiosità di prede negli stessi ambienti e fasce d'acqua dove le classiche esche sia di plastica che di piombo non avevano dato risultati.
Ho cercato di mantenere un'inclinazione della lenza il più verticale possibile, per non rendere l'azione di pesca troppo simile ad un classico lancia e recupera da pelagici, e quindi per farlo ho avuto un'unica opzione... pescare su fondali mooolto fondi, dai 30 metri in su. Quindi possibilità di pratica solo in pochissimi spot :(
Come esche sono ottimi i Salty Bait dai 30 ai 50gr (in realtà devo ancora testarne altre) anche se vanno cambiati gli assist o gli ami singoli di serie con cordini a doppio amo. Questa è una modifica importantissima per evitare molte slamate.
L'azione di pesca si svolge principalmente in prossimità del fondo, fedele o quasi alla pesca effettuata da un'imbarcazione, lancio l'esca, faccio arrivare sul fondo ed inizio il recupero, dopo una decina di jerkate, che vario ogni volta da piccole a lunghe e sia lente che veloci, faccio riscendere fino a che non arrivo in prossimità delle murata e li recupero tutto, mi sposto di qualche metro rilancio e ricomincio la serie... fin'ora il 90% degli attacchi sono avvenuti entro i 10 metri dal fondo.
Tra le novità che per ora stanno arrivando ci sono, sugarelli presi di giorno ad alte profondità in zone dove non se ne era mai visto uno, barracuda di giorno sempre in profondità (mai presi prima nelle stesse zone con i classici jig) e cosa che mi stà facendo impazzire, diversi inseguimenti di saraghi anche molto scattosi e ravvicinati che però.. non si sono ancora mai degnati di mordere l'esca!! La cosa positiva è che sono ancora all'inizio per cercare di capire le potenzialità di questi artificiali e immagino che le sorprese non mancheranno.
Oh e dimenticavo... tante perchie ! :-D
sabato 3 luglio 2010
Attractive Sinking
E' un po' che mi sono convertito quasi completamente ai minnow affondanti, li trovo decisamente più catturanti, specialmente in situazioni di pesce svogliato e soprattutto sui barracuda.
Hanno alcuni vantaggi da non sottovalutare, tipo durante gli stop&go, un esca che scende lentamente risulta più attraente di una che si avvicina alla superficie. Inoltre, da postazioni alte, ritardano l'inevitabile aggallamento dei minnow, facendo guadagnare metri nelle parti finali del recupero, che spesso e volentieri si sono rivelate le più importanti.
Sono decisamente più gestibili ed adattabili a più situazioni.
Non è tutto ora quel che luccica però, alcuni modelli di minnow sinking, risultano avere un nuoto molto scarso, che DEVE essere aiutato manualmente dal nostro polso con un buon jerking.
Le esche migliori, a mio parere, sono quelle come il Daiwa Shore Line Shiner 170sg, ben diverso dal suo fratello minore 140sg, che riesce ad avere un bel nuoto anche su recuperi lenti e lineari, e che si presta a numerosi tipi di recupero avendo in più i vantaggi sopracitati rispetto alle versioni floating.
Altra esca, decisamente più piccola ma che mantiene un ottimo nuoto, è il Rogos.
In foto, ci sono quelli che preferisco tra il mio parco esche, 3 minnow ed uno stick. Da sinistra il Rogos, BluesCode, Shore Line e Node. Ne avete altri da consigliare ? ;-)
Con questo breve post volevo condividere queste mie abitudini di pesca che da un po' mi hanno regalato diverse catture, sia piccole ed inaspettate, come occhiatone o sugarelli, o come barracuda presi fuori orari classico ed altro tra cui un serrone e ricciolotte.
Hanno alcuni vantaggi da non sottovalutare, tipo durante gli stop&go, un esca che scende lentamente risulta più attraente di una che si avvicina alla superficie. Inoltre, da postazioni alte, ritardano l'inevitabile aggallamento dei minnow, facendo guadagnare metri nelle parti finali del recupero, che spesso e volentieri si sono rivelate le più importanti.
Sono decisamente più gestibili ed adattabili a più situazioni.
Non è tutto ora quel che luccica però, alcuni modelli di minnow sinking, risultano avere un nuoto molto scarso, che DEVE essere aiutato manualmente dal nostro polso con un buon jerking.
Le esche migliori, a mio parere, sono quelle come il Daiwa Shore Line Shiner 170sg, ben diverso dal suo fratello minore 140sg, che riesce ad avere un bel nuoto anche su recuperi lenti e lineari, e che si presta a numerosi tipi di recupero avendo in più i vantaggi sopracitati rispetto alle versioni floating.
Altra esca, decisamente più piccola ma che mantiene un ottimo nuoto, è il Rogos.
In foto, ci sono quelli che preferisco tra il mio parco esche, 3 minnow ed uno stick. Da sinistra il Rogos, BluesCode, Shore Line e Node. Ne avete altri da consigliare ? ;-)
Con questo breve post volevo condividere queste mie abitudini di pesca che da un po' mi hanno regalato diverse catture, sia piccole ed inaspettate, come occhiatone o sugarelli, o come barracuda presi fuori orari classico ed altro tra cui un serrone e ricciolotte.
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