Con il protarsi delle mareggiate ne ho approfittato per qualche altra uscita in scogliera, tra schiuma vento e lunghe camminate.
Per l'occasione ho rispolverato un lure che ho da anni, con cui non ho mai preso nulla e che ormai stava facendo la polvere in garage, un Amnis. Volevo vedere se riuscivo a sverginarlo, mi piace cercare di dare ad ogni mio pezzo di plastica, una storiella da raccontare. Dopo mezz'ora di lanci a vuoto, la sua occasione arriva passando su uno scalino sottoriva, una spigolotta non ha voluto farlo tornare a terra da solo. Missione compiuta :) !!
Lancia e rilancia, mi sono imbattuto in una situazione non proprio ordinaria, che ha decisamente cambiato il mio modo di vedere una specie di pesce poco comune nello spinning, il sarago. Ho avuto la possibilità di lanciare in alcuni branchi di saraghi di taglia, piuttosto aggressivi e trovati in una situazione di mare poco mosso con acqua leggermente velata che ha permesso di vedere bene le loro mosse nei confronti del mio artificiale. Uno spettacolo unico e decisamente interessante, dopo il quale ho un po' rivisto le mie idee sul fatto che il sarago attacchi un artificiale solo per territorialità. Di certo dopo gli incontri dell'ultimo periodo lo considererò a pieno titolo una possibile preda dello spinning. L'esemplare in foto è stato catturato con un DUO Beach Walker da 90.
Sicuramente il pesce che più si adatta allo spirito duro e puro dello spinning, dove la ricerca della preda e l'esplorazione di nuovi spot la fanno da padrone, è la spigola. Grazie al meteo adatto, che ha portato due perturbazioni che hanno smosso il mare qual tanto che basta per mandare in attività i predatori, ho dedicato alcune uscite alla sola ricerca della spigola, tra spiagge e scogliere.
I pesci fortunatamente, anche se cercati e sudati per diversi km di costa, hanno collaborato, e si sono fatti trovare in agguato un po' in ogni tipo di ambiente.
Questa è la prima preda che ha aperto le danze in questa serie di uscite dedicate alla "regina", con un attacco violentissimo avvenuto non appena l'artificale è entrato nella schiumata. E' rimasta vittima di un Coixedda di Seaspin, un artificiale che ho iniziato ad usare da pochissimo ma che si è fatto subito apprezzare con due belle prede. L'altra cattura invece è avvenuta sempre in scogliera, ma in ambiente diverso fatto di pianori, buche e spacchi, con fondali che in alcune zone non superano i 30cm. Quest'ultima cattura non è neanche uscita dall'acqua, slamata e via di nuovo nel suo ambiente naturale.
Pescare nelle piane è una goduria, ogni volta che si passa con l'esca sopra a qualche buca o spacco si è sempre in tensione nella speranza che da un momento all'altro parta in verticale dal fondo una sagoma argentata... Tipo questa spigoletta, che pur non essendo di taglia interessante si è lanciata sul Beach Walker della DUO con una foga tale da far crede nella botta, di aver a che fare con una preda di ben altra taglia.. Cambiando ambienti cambiano anche approcci, stavolta sono in foce nei pressi di un piccolo sbocco d'acqua, shad da 4 pollici su testina da 10 grammi, lancio ai margini del correntone di uscita e attacco in caduta. Inaspettato ma allo stesso tempo da manuale ! Breve combattimento e poi anche lei è a terra.
La lenza non intensione ha dato la possibilità di un ingoio profondo dell'artificiale, non semplice da slamare neanche a terra, figuriamoci in combattimento. Gli è andata proprio male a questo pesce.
Concludo con alcune foto scattate da Andrea nell'uscita fatta insieme, con un mare maremmano nel suo massimo splendore, tinto di un verde smeraldo che ricorda molto Corsica o Sardegna...
...che ci ha regalato alcune catture (più a lui che a me) non di grossa taglia, ma sono state più che sufficienti ad animare la giornata e a renderla un bellissimo ricordo... (come se già non lo fosse anche senza catture ;-) )