Cronache di ordinarie giornate di pesca

giovedì 30 dicembre 2010

Rotanti e RockFishing, pessima coppia!

Dopo mesi e mesi di solo Spinning, sentivo il bisogno di tornare ai miei cari cannoni da fondo, ho colto l'occasione di una di queste gelide e piatte serata di fine anno per testare a fondo l'utilizzo del rotante nel rockfishing, in un confronto diretto con il fisso. Ho sempre avuto qualche riserva per quel che riguarda l'utilizzo dei rotanti dalle rocce, nello speciico della pesca a fondo, andando contro chi li elogia sempre e comunque, ma anche dopo averli utilizzati più volte la mia posizione non cambia, anzi si solidifica sempre di più...

Valutiamo ogni aspetto punto per punto:
  1. Posizionamento..: Questo potrebbe essere un problema solo mio, in quanto sono solito non portare in scogliera tripodi e picchetti e cercare incastri tra le rocce. In questo, il fisso avendo il peso in basso è sempre in posizione "da combattimento" pronto ad essere preso per una rapida ferrata, mentre il rotante, dovendo stare sopra la canna, ricade anch'esso verso il basso, obbligandoci prima ad aver cura di girare tutta la canna, afferrarlo correttamente per poi ferrare. E chi sà cosa significa pescare predatori che amano intanarsi sà che questi sono tra i momenti più rischiosi in cui non bisogna perdere il minimo istante.
  2. Lancio..: Parliamo di Rock duro e puro, fatto di esche vive o grosse esche morte, se in questo caso il fisso non presenterà nessun problema di lancio, il rotante richiederà cura nel lancio e nel settaggio dello stesso, per evitare imparruccamenti dovuti ad un lancio sbagliato o alle frenate causate dallo sfarfallio di esca e piombo. Un altro piccolo punto a sfavore dei Rot.
  3. Combattimento..: Qui a mio parere siamo bene o male sullo stesso livello. Il rotante è più potente, fluido, il filo esce diretto dal mulinello senza passare sotto l'alberino, parte del mulinello fisso che crea torsioni e nel recupero fa perdere un po' di potenza, di contro nell'impugnatura non si ha una sensazione di stabilità dato che come si molla un po' la presa tende a sbilanciarsi da una parte o dall'altra, e il dover guidare l'imbobinatura con il pollice è davvero una rottura.
  4. Recupero..: Eccoci alla parte dove il rotante soffre molto rispetto al fisso, direi pure troppo. Lento, troppo lento rispetto ai fissi, la velocità in questa pesca è una tra le cose più importanti, non solo per evitare che il pesce si intani, ma anche per il recupero stesso della sola esca. Nella pescata in oggetto, con il rotante ho perso due volte il terminale. Una volta contro un gronco che durante la risalita dall'alto fondale ha trovato il tempo di arroccarsi in qualche scalino, e un altra volta ho incagliato il piombo che a causa della lentezza di recupero si è incastrato anch'esso in uno scalino roccioso. Negli anni molte volte ho avuto difficoltà con i fissi nel gestire grossi pesci, qualche volta me la sono cavata, altre volte ho perso io, mi chiedo se avessi sempre avuto i Rot a quanto si sarebbero ridotte quelle già poche volte positive! Soprattutto con i grossi polpi, che talvolta si attaccano alle esche vive, i fissi con la loro velocità mi hanno favorito nel recupero, impedendo che l'animale si attaccasse alle murate verticale durante la risalità, e parlo di animali anche di 5kg, che se arrivano a toccare una roccia con un tentacolo, non c'è più verso di staccarli.
Rotante? No grazie !!




mercoledì 22 dicembre 2010

Spigola preNatale

In quest'ultima (o penultima?) uscita prima di natale, ho provato a portare a casa per uno degli imminenti pranzi o cene una bella spigola fresca.
La giornata scelta, che portava un po' di venti da sud e un mare appena appena mosso, poteva essere l'occasione giusta. Peccato che trovo sempre qualcosa che complica la situazione, in questo caso un mare che, anche se poco mosso, era pieno di alghe. Il miglior compromeso trovato per stare bene in pesca e contrastare il vento ma allo stesso tempo non raccattare troppo sudicio è stato pescare con una gomma montata su una testina piombata leggera, di appena 4gr. Durante il recupero restava vicino alla superficie rimanendo pulita più a lungo.

Pescando a testa bassa e senza demordere alle prime difficoltà, lancia e rilancia alla fine riesco a stimolare l'attacco di una spigola che attacca con violenza l'artificiale, ingoiando in profondtà l'esca.

Unica preda degna di questo nome della giornata, ma va più che bene cosi, obiettivo raggiunto !


E già che siamo in tema, ne approfitto per augurare a tutti un Felice Natale !

giovedì 9 dicembre 2010

Emozione e Avventura


Dopo aver trascorso alcuni giorni nella Capitale, ho davvero bisogno di disintossicarmi da tutto quel cemento e non resisto al richiamo della potente scaduta di scirocco in corso. Ho in mente una foce dove sicuramente le condizioni meteomarine saranno ideali, e viste le recenti catture avvenute in quello spot sono sicuro che una o due spigole si faranno vedere.

Parto poco dopo l'alba, l'aria calda portata dai venti meridionali mi evita un risveglio traumatico, è presto ma si stà davvero bene pur essendo dicembre. Il meteo è perfetto, la temperatura gradevole, ma io non sono apposto, sento che stò sbagliando i programmi, che ho davanti una giornata che non mi appagherà anche se dovessero uscire belle catture.

Riconosco questa sensazione, è il richiamo delle scogliere.

Il piacere di pescare sotto una murata di roccia alta 30 metri, o circondato da macchia mediterranea è per me qualcosa di unico che va oltre la cattura e la pesca stessa. Quindi immediata e pericolosa inversione a U e via a tutta velocità verso un nuovo spot.

E' un affascinante e misteriosa scogliera bassa, ci ho pescato pochissime volte ed è per me un posto tutto da scoprire.
Dopo un sentiero scivoloso e impervio arrivo al mare, onde alte e acqua velata mi fanno capire che avevo sottostimato la situazione meteo... ci sono schiuma e alghe ovunque!!!
I minnow fanno 5 metri e poi beccano sporco... decisamente non vanno bene oggi. Opto per usare solo testine piombate con gomma che lavorano molto meglio tra le alghe in sospensione e rimangono pulite più a lungo e poi in fondo ero partito per pescare cosi in foce, ho con me un complesso pescante molto leggero, treccia da 16lb e finale dello 0,31 che mi favoriranno l'azione di pesca. Come prima zona mi piazzo tra due rocce affioranti che creano lunghe schiumate e rigiri di corrente dietro di esse. Al primo lancio però, inizio subito con un incaglio, che mi costerà un incazzatura iniziale, un amo spuntato e un indebolimento degli ultimi 30cm di terminale. Li per li non dò importanza alla cosa, cambio esca e via, tanto sono a spigole... quanto mi sarei pentito di questo ancora non lo sapevo. Riprendo a lanciare nella stessa zona e al terzo lancio circa la lenza si blocca e mi arrivano due timide testatine in canna. Evvai ecco la spigola penso!! Il pesce si lascia trascinare per un metro circa, deve essere sicuramente una spigolotta da kg. Poi aggalla, anche se nella confusione tra la schiuma non distinguo bene, ma si, deve essere proprio lei, una spigolotta. Forse più grossa, è riuscita a prendermi addirittura 3 o 4 metri, che sia un pesce sui 2 o 3 kg ? C'è qualcosa di strano, non viene più. E' in mezzo alla schiuma, appena sotto la superficie, poi dall'acqua spunta qualcosa, una pinna, una grossa pinna che decisamente non è di spigola. La cosa più elettrizzante è vedere la lenza puntare un metro oltre la pinna. Sono confuso anche se una parte di me ha realizzato cosa stesse succedendo ma per quanto incredibile fa fatica a crederci. Possibile che abbia attaccato un leccione in mezzo alla schima in un metro scarso d'acqua? A quanto pare si, dopo poco esce per metà fuori dall'acqua e si rivela in tutta la sua stazza. E' una leccia amia sui 10kg. Probabilmente anche lei realizza quello che stava accadendo ed esce lentamente dalla turbolenza.

Stringo forte la canna e allento la frizione, sapevo che a breve si sarebbe scatenata. E' ormai fuori dalla schiuma, e... parte. Il mulinello sfriziona all'impazzata, sono impotente davanti a tanta foga e velocità. Corro velocemente verso le rocce affioranti per far si che il pesce scelga come direzione di fuga quella opposta, almeno mi salvo dal rischio di taglio della treccia. La cosa funziona e la leccia piano piano si allontana. Non sono per nulla tranquillo perchè immagino che un pesce di quella mole abbia ingoiato completamente la piccola gomma da 4" che usavo... ritrovandosi l'esile terminale tra i denti abrasivi, che lentamente lo avrebbero portato alla rottura. In una situazione del genere sperare in una allamata esterna sarebbe davvero chiedere troppo. Sento di avere i minuti contati e cerco di godermi al meglio questa esperienza unica. Nel frattempo la fuga continua e nel mulinello inizio a vedere il colore della treccia schiarire, in quanto è una lenza vecchia che una volta è stata rigirata. Credo di avere circa 50 metri di lenza rimanenti. Ad occhio dovrebbe essersi presa 80 metri, poi si ferma. Inizio a riguadagnare lenza, incredulo. Sta venendo! Guadagno una ventina di metri, poi riparte, e se ne riprende altrettanti. Sento che il peggio è passato, ma la pessima sensazione che il terminale stia per cedere c'è sempre. Continua il tira e molla, stavolta ho recuperato un bel po' di metri, fermandomi solo per assecondare le testate. Sono circa a metà recupero, solo su uno scoglio immerso nel mio mondo con la canna addoppiata ed il vento che fischia tagliato dalla lenza tesa, esiste qualcosa di meglio ?

Inizio quasi a crederci, per davvero, quando sento il pesce girarsi per l'ennesima volta e ripartire per l'ultima volta. La trazione si annulla di colpo e la lenza inizia a farsi trascinare lateralmente dal vento. Il terminale, decisamente non all'altezza della situazione, ha ceduto sotto la continua abrasione dei denti della leccia.

Mi siedo e sorrido... Va bene cosi!

La giornata continua tra onde e vento, ma ormai la concetrazione era svanita ed i lanci erano automatici senza ragionamenti, la botta di adrenalina dalla giornata l'avevo già avuta ed ero appagato.




Una piccola cattura avvenuta dopo l'incontro con la leccia, che per quanto piccola non si lascia intimorire ed alza la pinna dorsale in segno di difesa.

Oggi ero in vena di scrivere... spero di avervi fatto sognare almeno un pochino, io con la testa sono ancora là!

giovedì 2 dicembre 2010

Spigola di scogliera

Mi ero promesso per questo inverno di approfondire la ricerca delle spigole nelle mie scogliere maremmane, cosa che per adesso avevo fatto pochissime volte e con superficialità.

Ne approfitto di questa scaduta di libeccio per dedicare un'intera mattinata ad un nuovo spot, una scogliera a bassa profondità che mi ispirava da sempre molta fiducia, ma dove ancora non ero mai andato a fare nessuna prova con nessuna tecnica.

Ho deciso sin da subito di avere un approccio misto tra minnow e gomma, ogni zona interessante vevina prima battuta con un tipo di artifiicale, poi con l'altro... cercando cosi di accumulare dati nel tempo per avere un indice di gradimento dei tipi di esche in questi ambienti.

Il mare respira con buona potenza e regolarità, l'acqua è color smeraldo ed il tutto rende la pescata particolarmente affascinante.


Dopo circa un km di camminata in scogliera, raggiungo un piccola piana con alcuni spacchi che si allungano verso terra. Ci lancio prima uno shad bianco da 4" montato su testina piombata da 10gr, ma senza risultati, poi passo ad un Rogos (cavolo, non riesco più a fare a meno di questi lures ! ) e dopo qualche lancio in uno di questi spacchi ecco che parte dal fondo con violenza un branzino che, per la foga dell'attacco salta per metà fuori dall'acqua, spettacolo! Breve combattimento e grazie ad una allamata davvero ottima, la tiro su di peso.

E' una spigola di 1kg scurissima, che presa in queste condizioni ed in un nuovo spot dà davvero molta soddisfazione!


Apparte questa cattura è uscita anche un altra spigola molto piccola a gomma, ma che non fà testo a causa della taglia. Vediamo che succede alla prossima mareggiata, per ora è 1 a 0 per i minnow.