Cronache di ordinarie giornate di pesca

mercoledì 27 aprile 2011

Nuovi incontri

La primavera come è ben noto, non risveglia solo il mare... ma anche le acque interne. Tra qualche lancio in lago a bass e lucci e qualche risalita di torrenti in cerca di cavedani, sono finalmente riuscito a intercettare chi utilizza questo periodo per risalire fiumi di ogni portata per deporre le uova... le cheppie! Ogni zona difficile per loro da risalire, come una cascatella naturale o una murata di cemento, diventa per noi pescatori un hot spot dove trovare pesci imbrancati e spesso e volentieri anche molto aggressivi.

Si sono infatti rivelate quasi sempre molto fameliche nei primi lanci, andando via via a calare l'attività man mano che aumentava il disturbo causato dall'azione di pesca. Anche se non sono molto combattive (forse pescando con attrezzatura light il recupero diventerebbe più interessante), risultano comunque pesci più che divertenti da pescare grazie al numero elevato di strike che si puo' avere nelle zone dove il loro percorso viene bloccato o rallentato, per i salti spettacolari che talvolta riescono a compiere, e anche per il solo gusto di pescare un pesce di mare insolito che non si vede quasi mai e che, paradossalmente, per incontrarlo bisogna cercarlo km e km nell'entroterra.


Ma adesso, si ritorna in mare...

mercoledì 13 aprile 2011

Le belle soddisfazioni del RockFishing

Nuova uscita in scogliera, ma stavolta vario un po' la tecnica e miro ad altre prede.

Arrivo nello spot di prima mattina, come per ogni pescata completa che si rispetti, e dopo aver montato l'attrezzatura parto con la prima fase della giornata, quella che in genere fa capire come sarà l'andazzo della pescata: la ricerca dell'esca viva.
E parte male. Niente menole, niente occhiate e nessuna grossa boga, solo robetta piccola, troppo piccola per i terminali ed i grossi ami che avevo preparato. Le uniche catture sono boghette e castagnoline sui 10cm. Ce ne sono davvero tante in giro ma solo loro. Mi tocca quindi accontentarmi, ne faccio un po' e le tengo vive in una pozza, poi passo ad alleggerire i teminali: dallo 0,70 scendo allo 0,50 e per gli ami dal doppio 5/0 che avevo preparato passo a dei simil owner SSW dell'uno, di cui uno scorrevole che andrà a chiudere la bocca e l'altro fisso da mettere sotto pelle all'altezza del foro anale. Ami davvero piccoli che generalmente non userei mai per questa pesca, ma se non voglio appesantire e stressare troppo le piccole esche vive non ho altra scelta.

Fatto il vivo posso finalmente iniziare l'azione di pesca vera e propria. Mi trovo su un fondale di circa 20metri e per calare sul fondo l'esca scelgo di utilizzare la teleferica, in modo da non far soffrire ai pesciolini esca il forte stress provocato dal lancio, dall'impatto con l'acqua e dalla discesa verso il fondo.

Una volta in pesca inizia la lunga attesa, cosa a cui purtroppo sono abituato. Dopo alcune ore con le canne in acqua, senza ancora nessun segnale di vita da parte dei predatori, si alza un po' di vento da Sud, che smuove il mare che fino a quel momento era piatto come un laghetto. Lo prendo come un buon segnale e continuo fiducioso l'attesa.
Passano ancora ore e nel frattempo il vento si è rafforzato ancora e le onde sono arrivate ad essere alte circa un metro, tutto quel movimento d'acqua qualcosa deve pur far accostare qualcosa.



La mattina è ormai passata, sono quasi le 14:00 ed inizio a demordere, ma proprio mentre valuto se chiudere o attendere ancora, un assordante rumore metallico mi riattiva i sensi... è la frizione del Penn 950! Parte una bellissima sfrizionata, lunga e violenta, che cerco di contrastare con una forte ferrata.

La fuga continua, stringo un po' la frizione, per paura che si intani, ma il pesce non vuole sentire ragioni e non accenna a fermarsi. A causa dei piccoli ami non posso forzare quindi non mi resta che sperare che non trovi qualche zona dove spaccare il terminale. Dopo che si è sfogato, finalmente inizia a cedere e tocca a me prendere filo. Riesco a portarlo fino alla superficie senza problemi, poi mi ritrovo a combattere con le onde e la forte corrente che mi impediscono di tenere il pesce sotto di me fermo per raffiarlo. Ma con un po' di pazienza alla fine va a buon fine anche la raffiata e il pesce viene portato al sicuro a terra. E' un bellissimo Dentice !


E' rimasto ferrato con l'amo scorrevole, fortunatamente l'allamata era quasi perfetta e l'amo anche se piccolo in quel modo si sarebbe aperto solo sotto sollecitazioni molto forti.

Decisamente stanco dalla mattinata ma più che altro appagato dalla cattura, chiudo qui la giornata di pesca.

giovedì 7 aprile 2011

Gradite sorprese a Light Rockfishing

Come ogni anno, con il mese di aprile, si risveglia in me la voglia di Rockfishing, quello diurno dedicato a predatori o grufolatori vari, complici anche le giornate davvero quasi estive, mi organizzo per un uscita mattutina a Rockfishing leggero.

Mi armo di gamberetti di pescheria e di una mia vecchia ma fedelissima canna da bolentino, una Triana che ormai ha superato i dieci anni di "vita", e poco dopo l'alba inizio l'azione di pesca.
Scelgo di pescare monocanna, un po' per influenze spinningofile e un po' per stare leggero, obiettivo tanute e prai.

Come montatura ho optato per il PIG con finale dello 0,60 di 35cm, corto e rigido come piace a me, con amo Owner gorilla light del 4, piombo a perdere da 70gr e lenza madre trecciato da 30lb per avvertire ogni minima tocca anche a lunga distanza.

La giornata si rivela subito ricchissima di attività, tanto pescettame in giro che si avventa ad ogni lancio sull'esca. Nota molto negativa però, è che sembra esserci solo quello e nessun pezzo interessante ! Probabilmente sul fondale c'era un tappeto di perchie.

L'esperienza però mi ha insegnato che dai e dai tra un pescetto e l'altro alla fine qualche bel pezzo esce, quindi non demordo ed insisto con l'azione di pesca.

Come poi capita sempre a me, se miro a qualche preda in particolare, o non la prendo o catturo altro a cui non pensavo minimamente, e stavolta è successo proprio cosi, in tarda mattinata infatti, arrivano sul cimino toccate più deboli ma allo stesso tempo più "profonde, ferro con decisione ed ecco che arriva una risposta degna di una preda interessante, canna piegata e tentativo di fuga immediato, poi inizia la risalita verso la superficie. Niente testate durante il recupero, ma solo affondi decisi verso il fondo, segno evidente che non si tratta di sparide...

Porto a terra questa bellissima mostella, che chiude la giornata e mi fa tornare a casa più che soddisfatto, è stata decisamente una cattura graditissima!



Alla prossima !